Il genio dei libri nasce da una corrispondenza con una giovane lettrice, Alessandra, la cui timidezza ha saputo inspirare questo personaggio intimo, personale, delicato.
N.B. I personaggi del racconto si intendono maggiorenni e consenzienti
Et voilà….permettetemi la presentazione.
Mi chiamo Sailem e sono un genio, un lontano parente del popolarissimo genio della lampada di Aladino, ma un po’ meno fortunato…
Per voi umani sarei considerato un senzatetto; non vivo in una lampada ma sono costretto a vagare e a vivere nei libri…Che vitaccia!
Non appena riesco a trovare una dimora, arriva un umano che apre il libro e **Zac** devo mettermi all’opera: attraverso lo sguardo fisso sulle parole del libro che ha appena aperto entro nella sua mente, vivo in pochi istanti le sue emozioni, i suoi ricordi e mi materializzo dietro di lui per soddisfare i suoi desideri erotici…
Compiuta la mia missione mi tocca cercare un altro libro dove vivere fino a quando il prossimo lettore non mi costringerà a fare nuovamente le valigie.
Una vitaccia la mia sotto tutti i punti di vista, vivo come uno zingaro e spesso mi ritrovo a fare delle cose veramente strampalate.
In molti casi le missioni sono facili: se il lettore è un uomo quasi sempre mi basta diventare una bella ragazza in calore e con un lavoretto di bocca con ingoio è tutto finito…raramente ci scappa anche il rapporto completo…
I problemi più grossi vengono quando si tratta di lettrici…devo creare l’atmosfera giusta, essere attento a qualsiasi gesto o parola, devo essere molto più attento e premuroso.
Il fatto di materializzarmi improvvisamente spaventa i miei padroni, gli uomini superano rapidamente il trauma grazie al mio aspetto fisico, le donne hanno invece bisogno di molta più delicatezza e tatto per abituarsi all’idea di avermi accanto a loro.
Ma passiamo a qualche mia avventura e lasciamo perdere le mie istruzioni per l’uso: se un giorno mi incontrerete non avrete bisogno di fare nulla, sarà compito mio soddisfare i vostri desideri.
Tempo fa capitai tra le mani di una fanciulla molto timida, Alessandra; mi materializzai dietro di lei e rimasi per un po’ ad osservarla mentre seduta sulla sua poltroncina leggeva attentamente il libro da dove ero uscito.
Mi abbassai lentamente, le poggiai le mani sulle spalle e pian pianino cominciai a farle scorrere sulla sua felpa fino ad abbracciarla dolcemente.
Contemporaneamente le mie labbra si posarono sul suo collo per carezzare dolcemente la sua giovane pelle.
Alessandra saltò in aria dallo spavento, ma il mio tenero abbraccio, la mano che prontamente portai sulla sua bocca, e il mio ‘non temere’ sussurrato con dolcezza bloccarono sul nascere il suo terrore.
‘Non temere, non sono qui per farti del male, ma per esaudire un tuo desiderio’ – continuai a sussurrare – ‘abbandonati a me’.
Lasciai la presa sulla bocca, Alessandra non urlò, sentivo che aveva paura. La sua voce tremante mi chiese ‘chi sei? cosa vuoi da me?’
‘Non temere’ – risposi sussurrando – ‘sono qui per te, non dire altro e capirai…’.
Baciai con delicatezza il lobo, feci scivolare le mie labbra dietro l’orecchio, la baciai ancora.
Il morbido tocco delle mie labbra percorse lentamente la pelle levigata fino ad accarezzare il suo collo.
Non era ancora pronta per il passo successivo, sentivo ancora la paura percorrere le sue vene.
‘Siamo soli’ – sussurrai – ‘Tuo fratello sta facendo i compiti qui accanto ma non può vederci ne sentirci, fidati!…La magia che possiedo ci permette di stare soli anche in mezzo alla gente…Prova a chiamare tuo fratello’
Con voce un po roca pronunciò il nome del fratello una volta e poi un’altra. Nulla si mosse nella stanza.
Stavo cominciando a guadagnarmi la sua fiducia…rea stato relativamente facile convincerla dei miei poteri.
Continuai a respirarle lentamente sul suo collo. Azzardai un altro bacio.
Il suo cuore adesso batteva più lentamente, aveva smesso di tremare, si stava abituando all’idea di avermi li accanto.
Continuai a baciare il suo collo, allentai l’abbraccio, feci scorrere le mani fino a toccare nuovamente la stoffa della sua felpa.
Le mie dita cominciarono a scorrere sopra il suo petto, le mie labbra carezzavano senza sosta il collo.
Decisi di scendere lentamente sul suo seno, rischiando di rovinare tutto. Lo so, un genio come me dovrebbe sapere quando si è pronti per il passo successivo, ma dopo la materializzazione non posso tornare a leggere la mente di chi devo soddisfare. Divento un umano in tutto e per tutto, devo affidarmi ai 5 sensi, all’intuito e ai piccoli gesti di chi ho accanto.
Fortunatamente non sbagliai…era stato il momento giusto…al mio tocco sul suo seno Alessandra reclinò indietro la sua testa, poggiandola sulla mia spalla.
Andai avanti con i baci e le carezze, il tocco delle mie mani sempre più deciso e fermo stava riscaldando lei e la stanza…Portai giù una mano alla ricerca del lembo inferiore della sua felpa e dopo averlo superato fermai la mano sulla sua pancia. Il contatto diretto con la sua pelle preannunciava la mia mossa successiva.
Cominciai a roteare dolcemente le dita facendole scorrere su quel corpo accaldato…risalii dolcemente fino al reggiseno e con le mani a coppa cinsi una delle sue rotondità. Alessandra inspirò profondamente, socchiuse un pò gli occhi e trattenne il fiato.
In pochi attimi anche l’altra mano raggiunse sotto la felpa la prima. Accarezzai i suoi seni roteando le dita, i suoi capezzoli premevano sulla stoffa…stavo andando bene…forse la missione sarebbe stata più semplice del previsto. Il viso di Alessandra era diventato tutto rosso, lasciò lentamente il respiro sussurrandomi ‘ti prego, non farmi del male’.
‘Va tutto bene’ – la rassicurai – ‘non aver paura, piccola’.
Continuai ad accarezzare e stringere i suoi seni, poi feci ritornare le mani giù…ad afferrare i lembi della felpa.
Cominciai a tirarla su lentamente, Alessandra aveva capito quali erano le mie intenzioni: portò le sue mani sulle mie, e le guidò verso l’alto.
Si mosse in avanti per facilitare il movimento della stoffa e in pochi istanti terminai quel movimento sfilandole le maniche.
Abbandonai a terra la felpa e ritornai con le mani sul suo torace. Questa volta le mie dita si intrufolarono sotto il reggiseno, i suoi seni erano tra le mie mani. Trattenne ancora una volta il fiato, poi, al tocco delle mie dita con i capezzoli si lasciò sfuggire un sospiro più deciso.
Continuai il mio massaggio, le mie carezze. Azzardai il passo successivo. Con una mano tornai a sfiorare la sua pelle delicata giù verso l’ombelico, spostai con le dita l’elastico dei pantaloni e proseguii carezzando il suo pube sulla stoffa delle mutandine…Un secondo sospiro. Il rosso acceso delle gote, gli occhi socchiusi, le labbra leggermente aperte…le mie mani l’avevano rapita, le mie carezze la stavano facendo sognare.
Mi scostai, tolsi le mani, la girai e con un movimento deciso la presi tra le mie braccia, la sollevai e la distesi delicatamente sul letto.
La fissai negli occhi per un istante interminabile, quel suo indimenticabile sguardo enigmatico. Avvicinai le mie labbra alle sue, al semplice tocco della mia bocca, come un bocciolo scaldato dai raggi del sole, dischiuse la bocca. Un bacio tenero, accennato dal leggero movimento delle labbra. Mentre le mie mani tornavano ad accarezzare la sua pelle dolce come il miele. Le cinsi ancora una volta il seno, feci giocare le dita sui capezzoli per poi scendere giù a sfiorare l’ombelico, e poi ancora su sul suo seno.
Il gioco sensuale delle sue labbra si fece più deciso e voglioso…era quello l’istante che aspettavo. Questa volta non fermai il tocco della mano all’ombelico, scostai come prima l’elastico dei pantaloni e scivolai ancora una volta sul suo pube. Feci scivolare le dita nel suo interno cosce…saggiando il tepore delle sue intimità. Era già umida, eccitata, avida di baci. Il gioco delle nostre labbra era diventata una lotta giocosa, la tensione e la paura iniziale erano sparite dal suo volto, sostituite dal desiderio di andare oltre, di superare il limite, di abbattere tutte le barriere. Mi scostai un attimo per afferrare i bordi dei pantaloni e tirarli giù. Senza abbandonare mai il mio sguardo Alessandra si sollevò e spinse giù la stoffa. Tornai con la bocca sul suo volto. Ci baciammo ancora una volta, mentre le mie dita potevano adesso scorazzare sul suo corpo.
La toccai ancora una volta tra le gambe, sulla stoffa umida del suo dolce nettare, scostai le sue gambe e ritornai ad accarezzarla. Risalii sul pube e infilai le dita dentro le sue mutandine. Mentre le mie dita scorrevano sulla sua pelle mi accorsi che lei stava trattenendo il fiato: era in una trepidante attesa, ansiosa di ricevere un piacere immenso. Toccai il suo sesso, un tocco che la fece sussultare improvvisamente. Cominciai un lento massaggio che le causò un lungo sospiro. Le mie dita ormai intrise dei suoi umori cominciarono a percorrere su e giù il suo sesso, cominciando una lenta danza che ben presto tutto il suo corpo cominciò ad imitare. Cominciò ad ansimare in modo sempre più vistoso. Il suo corpo era ormai diventato un’arpa che sprigionava note di piacere al sapiente tocco delle mie dita sulle sue dita.
Ed ecco improvviso l’apice del piacere, nel suo volto la tensione dell’orgasmo raggiunto, gli occhi chiusi, un lungo ahhhhhhhh sussurrato dalle labbra semiaperte…fermo le mani e aspetto che lentamente riprenda fiato…la mia missione non si è ancora conclusa.
Ho bisogno di un’atmosfera ancora più dolce, ancora più tenera: uso i miei poteri per trasformare la stanzetta in un nido d’amore, sul letto scendono magicamente delle leggere tende bianche che formano un baldacchino intorno a noi, le lenzuola di seta si colorano di un leggerissimo rosa, attorno a noi delle candele colorate accarezzano le pareti della stanza, un dolce sottofondo di pianoforte riscalda l’ambiente.
Un leggero odore di pesca si spande per l’ambiente e le mie mani stanno accarezzando i suoi capelli: adesso i sensi di Alessandra sono coccolati dolcemente… Con le dita traccio dei piccoli cerchi sulla sua pelle, scendo lentamente verso il basso, sfioro le mutandine che comincio a sfilare via.
Il corpo di Alessandra è nudo davanti ai miei occhi, il suo desiderio di piacere è cresciuto nuovamente, ma evito di imbarazzarla avvicinando il mio viso al suo e baciandola teneramente sul naso, sulla fronte, sugli occhi, sulle guance, sulle labbra e poi ancora sul collo. Piccoli leggeri baci che tracciano una strada percorsa già dalle mie mani. Le mie labbra scivolano via sulla pelle vellutata, lambiscono i seni, risalgono le rotondità di Alessandra e si fermano sui suoi capezzoli. Uno spasmo improvviso scuote il suo corpo: la sensibilità delle parti intime è ancora alta. Sfioro nuovamente la punta del suo seno con la lingua, percorro lentamente l’aureola e ritorno sulla vetta. Circondo il capezzolo con le mie labbra, il contatto sulla pelle stavolta la fa gemere. Un mugolio soffocato. Alessandra è pronta ancora una volta a raggiungere l’apice del piacere.
Faccio scorrere la mia lingua verso l’ombelico, alternando il contatto umido con dei baci, percorro il ventre, arrivo al pube. Il suo respiro regolare è diventanto più corto, sta già immaginando l’effetto che avrà il contatto della mia lingua sul suo sesso. Indugio un istante, raggiungo infine la parte più sensibile del suo sesso, la sfioro con la lingua. Il suo corpo si inarca, un ‘ahhh’ secco, soffocato esce dalla sua gola: malgrado tutta la dolcezza usata appaio ancora troppo brutale. Un lento movimento della lingua, un secondo ‘ahhh’ seguito da uno spasmo. Con le mani le apro il sesso, porto la lingua più giù e comincio a risalire lentamente. L’effetto su Alessandra è piacevole, i suoi sospiri mi suggeriscono che è pronta per il prossimo passo.
Mi scosto da lei, in un attimo tolgo i miei vestiti e torno ad inginocchiarmi tra le sue gambe. Leggo nel suo sguardo un certo timore. ‘Non aver paura’ – le sussurro – ‘so che è la prima volta e conosco il tuo passato, cercherò di essere dolcissimo’.
Avvicino il mio sesso al suo, lo strofino lentamente, lo punto verso l’entrata. Una piccola spinta mi fa raggiungere subito la barriera della sua verginità. Mi piego su di lei, la bacio teneramente sulla bocca. ‘Ci siamo’ – le sussurro – ‘stringimi forte con le mani, poggia la bocca sulla mia spalla e prova a mordermi se fa male’. Alessandra prontamente esegue quanto le ho sussurrato. Provo una prima spinta, sta provando una fitta di dolore, spinge un po le unghie sulle mie spalle, stringe un po i denti sulla mia carne. Una seconda spinta…dalla sua gola nasce un ‘ahh’ secco. Devo essere più rapido, prima che la sua eccitazione venga completamente sostituita dalla paura. Un colpo secco profondo, sento di esserle completamente dentro. Due lacrime rigano le sue gote, i suoi occhi sono chiusi e le mani afferrano saldamente le mie spalle.
La mente di Alessandra è adesso prigioniera di una tempesta di pensieri, si sente smarrita, si chiede cosa le stà succedendo. Tento di riportarla alla realtà con la mia voce. ‘Alessandra…Ale…Ale’ – la chiamo più volte. Lei apre gli occhi e fissa i miei. La bacio teneramente. ‘E’ tutto finito, sei diventata una donna, una tenera donna…sono dentro di te, piccola…tutto dentro di te’.
Mi guarda, con le labbra accenna a un sorriso, un po’ della paura è andata via. ‘Adesso provo a muovermi un po’ -torno a sussurrarle- ‘forse sentirai un po di bruciore, ma andrà via in un attimo’.
E così è accaduto. Dopo i miei primi movimenti sul suo viso l’immagine del dolore va via, ritorna la luminosità del suo sorriso. Come le nuvole di una uggiosa giornata che spazzate via dal vento fanno posto ai primi raggi di sole, così il corpo di Alessandra torna pian piano a essere nuovamente scosso dal piacere. Il bruciore e quella sensazione di fastidio cedono nuovamente il passo a intense piacevolissime sensazioni. Il suo corpo inesperto comincia a prendere il mio stesso ritmo. Ad un tratto porta i talloni sulle mio sedere, sento il suo sesso contrarsi attorno al mio…si sta avvicinando all’orgasmo. Mi pianta le unghie sulle spalle, ansima, gode con un orgasmo intenso e lungo. Rallento i miei movimenti fino a fermarmi. Le faccio riprendere fiato senza uscire da lei. I suoi occhi si aprono e cominciano a fissarmi, le sue labbra cercano le mie. Un bacio lungo, intenso.
Torno nuovamente a muovermi aumentando poco alla volta il ritmo, sento il suo corpo rispondere nuovamente ai miei stimoli, Alessandra sta per prepararsi per toccare il cielo con un dito. Miei movimenti sempre più decisi e rapidi la fanno ansimare di piacere. Stavolta raggiungiamo l’apice del piacere all’unisono, al piacere già sperimentato prima Alessandra aggiunge quello di una nuova strana sensazione, il caldo tepore del seme che le sto spargendo dentro con forza.
Come accaduto con i precedenti orgasmi Alessandra tocca l’estasi per pochi intensissimi attimi, si sente scaraventata giù come se fosse su una interminabile discesa delle montagne russe, si ritrova nuovamente sul letto con il fiatone tipico di una lunga corsa. Riprende lentamente coscenza.
Riapre gli occhi e mi ritrova ancora davanti ai suoi. Mi bacia teneramente. Le mie mani le accarezzano i capelli, le guance, gli occhi. La coccolo e la bacio con dolcezza.
La mia missione volge al termine: le chiedo di chiudere gli occhi per un istante. Ritorniamo magicamente alla sua stanzetta, lei sulla poltroncina dove aveva abbandonato il libro da cui ero uscito. La abbandono nella sua realtà lasciandole dentro l’esperienza di averla fatta donna e ritorno al mio vagare tra i libri alla ricerca di una nuova dimora.
Caro lettore, si conclude così una delle mie tante storie in giro per il mondo, chissà se sarai tu il prossimo a trovare il libro ove vive Sailem…buona fortuna! ;-))