Un DJ, una fan, una serata in discoteca...
"Tunz tunz, è il ritmo dell'estate che suona!" - lo speaker urla al microfono mentre parto con il mix tra due brani e le note del tormentone iniziano a diffondersi sulla pista accanto alla piscina. Tu sei lì, davanti la consolle come ogni sera, scatenata e sudata a ballare e saltare come gli altri, più degli altri. Quello che sembra essere il tuo ragazzo, che ti sta addosso e fa finta di divertirsi, ha l'aria abbastanza stanca... probabilmente se non fosse stata la tua insistenza non sareste venuti.
"Chi non alza le mani non arriva a domaniiii..." - l'ennesima stronzata che il mio collega urla al microfono mentre mi cimento al mixer in un passaggio ritmato tra due brani diversi.
In pista la gente urla e balla agitando nel vuoto le mani. Anche tu, in prima fila, muovi e agiti le tue generose forme. Non posso che venir attratto dal tuo generosissimo décolleté e dal tuo sorriso. Stai guardando nella mia direzione da parecchio tempo, dubito mi stia fissando; tutti son soliti guardare in direzione della console quando si balla.
Altri due dischi e cederò i controlli al mio collega. Potrò andarmi a fare una birra ghiacciata per calmare l'arsura estiva che ho in gola e infine fare un passaggio in bagno prima di ritornare al mio tunz tunz. Guardo nella tua direzione: non ti sei fermata un attimo; sebbene a diversi metri di distanza da te riesco a vedere le gocce di sudore che imperlano il tuo viso.
Pausa. Cedo le cuffie al mio collega e mi allontano dalla pedana della console in direzione bar. Ti passo accanto. Ti giri improvvisamente, mi guardi e urli il mio nick a squarciagola per essere sicura che possa sentirti tra le note della musica assordante. Mi giro verso di te e in un attimo mi sei addosso: mi butti le braccia al collo e mi pianti un bacio sulla guancia urlandomi che mi ami. Cominci a raccontarmi della costanza con cui mi segui quando vado in onda in radio e che non vedevi l'ora di vedermi all'opera dal vivo e ascoltare e ballare in diretta la mia musica che tanto ami.
Mi vien da ridere nel sentire quanto hai appena detto: la "mia" musica non è altro che il prodotto di un mix di altra musica...sarebbe come amare chi ha inventato la Sangria dimenticando chi ha fatto vino e frutta. Assecondo il tuo entusiasmo ringraziandoti. Ti chiedo come ti chiami e pronuncio più volte il tuo nome sapendo che ti farà piacere, cerco di essere carino visto che non ho mai avuto 'fan'.
Ho sete. Devo cercare il modo di andar vi senza deluderti: prometto allora di farti tornare a impazzire con la 'mia' musica dopo aver concluso la mia pausa. Mi cade l'occhio sul tuo seno parzialmente scoperto, generoso, bianco, sinuoso...cerco di contenere desiderio per tanta abbondanza e concentrarmi sul mio obiettivo iniziale: il bar. Mi avvicino a te per salutarti e ricambiando il tuo bacio sulla guancia con uno mio.
Il tuo piacevole odore di femmina invade le mie narici, la tua pelle sudata mi smarrisce; per un istante ti immagino addosso a me in un amplesso di fuoco. Poggio la bocca sulla tua pelle mentre i tuoi capelli sfiorano il mio volto e ti do un bacio. Ritraendomi noto segni di disagio sul tuo volto, realizzo che in preda alla confusione quello che doveva essere un bacio sulla guancia è stato un bacio sul collo; il tutto davanti gli occhi increduli del tuo ragazzo.
Cerco allora di evitare la rissa concentrando la mia attenzione sul tuo ragazzo: gli dò la mano, chiedo il suo nome, gli dico di essere contento che sia venuto ad ascoltarmi. Infine, volgendo nuovamente lo sguardo a te dico lui: "Sei un ragazzo fortunato, sai? Hai davvero una bella ragazza. Tienitela stretta e non fartela scappare!"
Sperando che tutta la sceneggiata e i complimenti gli abbiano fatto passare la voglia di darmi un pugno in faccia, guadagno la strada del bar dandogli una pacca finale sulla spalla. Adesso posso finalmente pensare alla mia gola secca: ordino una birra ghiacciata e ne bevo la metà tutta d'un fiato. Guardo l'orologio per essere sicuro di stare con i tempi della pausa. Sorseggio piano piano quanto resta, mi alzo e vado verso i bagni.
Incrocio te a lato dell'ingresso: stai discutendo animatamente con il tuo ragazzo: "Te lo stavi letteralmente scopando con gli occhi!" - ti urla inviperito
"Non è vero!" - gli ribatti - "Ti fai certi film nella testa che non esistono!"
Accelero il passo facendo finta di nulla: l'ultima cosa che voglio è finire in mezzo a voi e alle vostre discussioni.
Entro finalmente in bagno. Svuoto la vescica, mi pulisco come posso, visto che la carta igienica, come al solito, è finita. Mi sciacquo le mani prima di uscire. Guardo l'orologio: ancora 10' di pausa. Mentre mi muovo con calma in direzione della pista, sento la tua voce che mi chiama, mi guardo intorno e ti scorgo in un angolino. Fai cenno di avvicinarmi. Non posso far finta di nulla, non posso ignorarti visto che mi son girato verso di te. Mi avvicino cominciando a guardarmi intorno.
"...e il tuo gelosissimo uomo?" - chiedo con fare divertito, non vedendolo in giro
"È andato a sbollire la rabbia al bar..." - rispondi con un sorriso forzato - "...ci facciamo un selfie?"
Prima che possa risponderti di sì hai già sfoderato il tuo telefonino e ti sei buttata addosso a me. Prendi una delle mie mani e, con la scusa di fare la foto più vicini, te la porti dietro a contatto di una natica.
La prendo come una provocazione: strizzo con decisione il tuo sedere mentre stai scattando. Di colpo torno a immaginarti nuda, il mio viso a pochi centimetri dal tuo sedere. Mi eccito al pensiero di morderlo e di farti sussultare.
"Va bene così?" - ti chiedo dopo l'ennesimo scatto
"No...un autografo! ...ti prego!" - mi dici con la voce da gattina implorante
"Ok...carta e penna...?" - dico fissandoti
Armeggi con la borsetta per conservare il telefonino, poi estrai un rossetto e me lo porgi: "Penna..." - dici ammiccando. Prendo in mano il rossetto mentre le tue mani spostano un po il vestito e scoprono il tuo generosissimo seno: "...e carta!"
Ridi.
Il tuo sguardo da maialina, il seno semiscoperto, un'areola che sporge vistosamente dal bordo del reggiseno...sei così provocante da avermelo fatto venir duro. Con la scusa di scrivere le mie iniziali sulla tua pelle avvicino il mio pacco e lo premo contro il tuo ventre.
Chissà se ti sei accorta di quello che hai provocato...
Mi concentro sull'autografo e infine ti porgo il rossetto sorridendo.
Piuttosto che afferrarlo, prendi il mio pacco con entrambe le mani, lo stringi e mi guardi mordendoti le labbra. Mi strattoni nella direzione di un angolo più in penombra, lontano da sguardi indiscreti e prima che possa dire o fare qualcosa ti sei inginocchiata, me l'hai tirato fuori e te lo sei ficcato in bocca.
Oddio!
Avrei voluto avvertirti di non averlo pulito bene in bagno, di avere pochi minuti a disposizione, ma soprattutto che il tuo ragazzo potrebbe essere di ritorno. Ma la tua bocca è fantastica e il piacere che mi provoca mi fa dimenticare tutto. Mi succhi con maestria, lo fai sparire tra le tue fauci mentre la tua lingua tocca con abilità i miei punti sensibili portandomi rapidamente sull'orlo dell'orgasmo.
Usi le mani per afferrarmi il sedere mentre agiti la testa avanti e indietro. Sono tuo prigioniero. So che non ti fermerai finché non mi avrai godere. Il tempo stringe e devo aiutarti a ottenere quel che vuoi: immagino allora il tuo sesso attorno al mio palo, il tuo seno che sballottano al ritmo di un amplesso furioso, il tuo viso eccitato e imperlato di sudore mentre, all'apice del piacere, mi accogli dentro di te.
Chiudo gli occhi. Sono pronto a venire. Non ho il tempo di chiedermi se sia il caso di venirti in bocca: inizio a scaricare dentro di te il mio piacere.
Gemo mentre ti sento inghiottire golosamente il mio succo. Non ti fermi nemmeno quando ho finito di schizzare. Continui imperterrita il tuo lavoro di bocca e lingua fino ad assicurarti di aver ripulito fino all'ultima goccia. Ti rialzi sorridendo mentre le tue mani me lo rimettono a posto e richiudono la zip dei miei pantaloni.
Io ancora con il rossetto in mano, sono incredulo. Mi strappi dalle mani il rossetto e infine mi stampi un ultimo bacio sulle labbra esclamando: "...fatto!"
"D...devo andare" - balbetto guardando l'orologio, completamente imbarazzato e sorpreso. È tardi. Mi allontano da te, corro in direzione della console, riprendo i comandi del mixer scusandomi del ritardo con i miei colleghi.
"Tunz tunz, è il ritmo dell'estate che spacca..." - lo speaker urla al microfono mentre parto con l'ennesimo tormentone e i ragazzi in pista accanto alla piscina cominciamo a dimenarsi. Ti vedo comparire nuovamente in prima fila insieme al tuo ragazzo. Mi saluti. Rispondo con un gesto della mano al tuo saluto. Ti scateni ballando come una matta di fronte al tuo ragazzo che asseconda con poca convinzione i tuoi movimenti. D'un tratto lo afferri per la nuca e lo tiri a te continuando a guardare nella mia direzione. Lo baci ficcandogli la lingua in gola.
Sorrido.
So che lui non sa, so che il sapore della tua lingua sa del mio sesso, so che quel bacio ha il sapore del piacere che ti ho scaricato in gola qualche ora fa.
(Continua...)