Il ladro pasticcione

Divertente quanto surreale storia di fantasia su di un ladro pasticcione che riceve visite nella casa che sta tentando di svaligiare. La storia prende una piega abbastanza hot con la padrona di casa che approfitta delle grazie dello sconosciuto


 N.B. i protagonisti della storia si intendono maggiorenni e consenzienti

Evvai!
Mi è bastato solo un po' di fil di ferro e la mia abilità per riuscire a vincere le resistenze di questa serratura e aprire questa dannata grata.
E' ormai tutto il giorno che sto qui davanti a questa casa ad aspettare il momento giusto. Per tutto il giorno non si è visto nessuno in giro, spero di non essere che stanotte non ci sia nessuno che venga a disturbare il mio lavoro.

Adesso basta un piccolo colpetto al vetro e...fatto! Sono finalmente dentro.
Accendo la torcia, comincio a gironzolare per casa alla ricerca di qualche prezioso da portare via. Che vitaccia la mia! Pochi grammi di oro ben nascosto con cui tirare avanti per un po', senza lavoro da una vita, senza una casa, un rifugio, una moglie, senza dignità.
La casa è arredata con gusto: tende, divani, quadri, tutto raffinato. Mi fermo un'istante davanti al bagno, sono sudato e puzzo.

Perchè non apprfittare dell'ospitalità di questi ricchi signori?

Accendo la luce, apro l'acqua e comincio a spogliarmi. Mi metto sotto la doccia e comincio a lavarmi. Acqua calda, bagnoschiuma, shampoo, tovaglie: sembra quasi che sia stato preparato tutto per me. Sorrido e continuo a lavarmi sotto l'acqua scrosciante. Che goduria! Mi ci voleva davvero una bella doccia.

Esco dalla doccia e mi avvolgo alla vita un telo morbido e profumato. Penso che forse dovrei fare in fretta e tornare a lavoro. Dopotutto sono un ladro in casa di estranei.

Mi passo rapidamente un altro asciugamano sul petto e sui capelli. Guardo per un istante i miei vestiti sporchi e puzzolenti che adesso giacciono a terra.
Penso che probabilmente questi ricchi signori potrebbero avere qualcos'altro da offrirmi oltre ai gioielli e una doccia.
Mi sposto in camera da letto e apro l'armadio: una camicia pulita e un paio di pantaloni potrebbero andare bene.
Sono stato fortunato: gli indumenti sono della mia taglia. Ci sono anche calzini e mutande.
Mentre scelgo i vestiti buttandoli sul letto sento un rumore anche troppo familiare nella toppa della porta.

Merda! Merda! Merda! Il mio cervello è nel pallone. Cosa faccio adesso? Se mi beccano finirò ancora una volta dentro e la mia 'carriera' di libero professionista dovrà subire l'ennesima battuta di arresto. Guardo l'armadio: è abbastanza grande. Decido di infilarmici dentro e aspettare.

Merda! Ho dimenticato la luce accesa! E' come se stessi annunciando la mia presenza: attenzione attenzione, furto in corso!

Dalla piccola apertura dell'anta noto una sagoma femminile entrare nella stanza.
Sembra che si stia guardando intorno con aria preplessa. Si avvicina all'armadio e si ferma a guardare proprio nella mia direzione.
Calmo! Devo stare calmo! Ancora non mi ha visto, probabilmente si renderà conto che ci sono stati i ladri in casa e correrà a chiamare la polizia.
Potrei avere il tempo sufficiente per uscire da dove sono entrato e scappare.

La donna si gira dandomi le spalle. La paura mi assale, mi faccio trascinare dall'istinto balzando fuori dall'armadio e afferrandola saldamente.
In un'istante una delle mie mani è già sulla sua bocca a soffocare le sue urla, mentre con l'altro braccio la stringo al mio corpo.

I nostri corpi aderiscono. Il suo profumo da signora raffinata mi riempie le narici. Stranamente questa donna non reagisce, non si dimena, non urla. Forse non si è resa ancora conto di quello che sta succedendo, forse la paura che ha in corpo è tale da non riuscire a farle muovere un muscolo.

Avvicino la mia bocca al suo orecchio e le sussurro: 'cerca di stare calma e nessuno si farà del male'

Lei annuisce con la testa e continua a stare ferma tra le mie braccia.

'Sei sola?' - le chiedo. Poi penso: ma che domande le faccio? Potrebbe dirmi di essere sola e farmi abbassare la guardia permettendo a chi è con lei di bloccarmi. Lei annuisce ma penso sia meglio non fidarmi.

'Adesso facciamo un giro della casa e andiamo a spegnere le luci che hai acceso: muoviti lentamente e non fare scherzi' - le sussurro.

Ci muoviamo senza staccare i nostri corpi. Passiamo dal corridoio e arriviamo alla porta di ingresso. Tutte le stanze che incontriamo sono buie. Le mie orecchie sono tese a sentire eventuali rumori sospetti. Sembra tutto tranquillo, forse questa donna mi sta dicendo la verità.

Le sussurro: 'Chiudi a chiave da dentro e spegni le luci esterne'

La donna allunga le braccia verso la porta e successivamente verso gli interruttori; segue alla lettera i miei comandi.
Poi ci muoviamo in direzione della camera da letto. Prima di entrare le faccio spegnere la luce del corridoio.

Per un istante mi rendo conto del rischio corso portandomela in giro per casa. Avrei potuto lasciarla sul letto legata e imbavagliata.
Poco male - penso - è andato tutto liscio.

Oddio! Proprio tutto no...prima di fermarci davanti al letto l'asciugamano che ho in vita si slaccia cadendo a terra. Adesso sono nudo.
Anche lei sembra essersene accorta. Il suo sedere spinge verso il mio pube e si struscia un po' sul mio sesso.

Per un istante mi chiedo se lo stia facendo di proposito.
Proposito o non proposito comincio a sentire un po' d'eccitazione. Questo corpo femminile morbido e profumato è una tentazione irresistibile.
Dovrei legarla e terminare il mio lavoro, ma ancora una volta mi lascio trascinare dall'istinto.

La mano con cui la stringo per la vita scivola sulla seta nera del suo vestito e le afferra un seno.
Sento il respiro della donna un po' affannato. Forse è agitata o forse si sta eccitando.

Improvvisamente la sua mano scivola sulla mia coscia, si infila tra i nostri corpi e mi afferra il mio sesso semi-eretto.
Non so se pensare di avere davanti una troia o se stia cercando qualche modo per distrarmi.
Stringo saldamente il suo seno. Un gemito soffocato esce dalla sua bocca.

La mia mano comincia un lento massaggio. Sento il capezzolo premere sulla stoffa. Si sta eccitando.
La sua mano risponde con un massaggio lento sul mio sesso che piano piano acquista consistenza e durezza spingendo sul suo sedere.

L'ultima volta che mi sono fatto una bella scopata è un lontano ricordo e la voglia di possedere questa femmina mi ha ormai offuscato la mente.
Stacco la mano dalla sua bocca per raggiungere la zip del suo vestito sulla schiena.
In pochi istante la seta scorre sulla sua pelle e finisce a terra.

Spingo il suo corpo seminudo al bordo del letto facendola piegare in avanti.
La docilità di questa femmina mi suggerisce che anche lei ha voglia di scopare. La mia mano tasta le sue mutandine ormai bagnate confermandomi ancora una volta la voglia di sesso di questa donna.
Scosto la stoffa dei suoi slip e appoggio la mia cappella proprio sulle grandi labbra. Inizio a spingere e lentamente affondo la mia carne dentro di lei.
Un lungo uhhh della donna accompagna questo mio movimento. Non incontro alcuna resistenza: il suo sesso bagnato e accogliente è lubrificato e pronto ad accogliermi.

Spingo la mia asta fino in fondo. Sono tutto dentro di lei, il mio pube sfiora il suo sedere.
Comincio ad uscire da quel corpo con la stessa lentezza con cui sono entrato.
Un ennesimo uhhh accompagna questo secondo movimento.
Mi blocco con la cappella appena fuori dalle grandi labbra. Sento la donna spingere indietro per riprendermi dentro. Che porca e ingorda!
Forse anche lei non è stata montata come si deve da parecchio tempo.

Spingo il mio sesso dentro di lei cominciando un lento vai e vieni che viene accompagnato dai suoi gemiti sempre più forti ed eccitati.
Tra un affondo e l'altro la donna sposta in avanti il suo corpo, mettendo lentamente in ginocchio sul letto. Poi piega il suo corpo verso il basso, poggiando la testa sulle coperte e spingendo oscenamente il suo sesso verso di me.

'Mmmm che fame di cazzo che hai! Sei davvero un vacca!' - le dico ormai in preda ai fumi della lussuria
Le mie parole la fanno eccitare ancora di più: vedo lei affondare la faccia sulle coperte per soffocare le urla.
Aumento gradatamente il ritmo e la potenza dei miei colpi. Sento le mie palle sbattere contro le natiche di questa femmina calda.
L'intensità della scopata produce nella stanza un suono molto simile a un cadenzato schiaffeggio, accompagnato dagli eccitati e acuti gemiti di piacere che la donna ormai libera con forza e passione.

'Vacca! Troione!' sono ormai le uniche parole che riesco a urlare in preda al furioso trasporto dell'amplesso. Riesco a percepire l'istante in cui raggiunge l'orgasmo: i suoi muscoli interni cominciano a contrarsi ritmicamente. E' troppo. Mi lascio andare in un orgasmo animalesco.
Ruggisco tutto il mio piacere mentre sento gli schizzi caldi uscire dal mio sesso dentro il suo caldo utero.

La furiosa scopata mi ha letteralmente tolto il fiato. Faccio fatica a respirare. Mi piego lentamente sul suo corpo, mentre lei spingendosi in avanti si affloscia completamente sul letto.
Adesso l'unico suono che risuona nella stanza è quello dei nostri respiri affannati.

Ci metto diversi minuti a riprendere fiato. Mi ricordo che devo terminare il mio lavoro e andare via.
Mi rialzo dal letto, apro uno dei cassetti del comodino e trovo delle autoreggenti che uso per legare mani e piedi della donna.
Mi vesto con i vestiti che avevo abbandonato sul letto e mi metto nuovamente alla ricerca dei gioielli lasciandola immobile sul letto.

Comincio a rovistare davanti ai suoi occhi partendo dai cassetti del comò.
'Secondo cassetto in basso, sotto l'agenda' - mi dice con voce tranquilla.
Che idiota! L'ho legata ma ho dimenticato di imbavagliarla. Avrebbe potuto urlare e attirare l'attenzione dei vicini. Sono davvero un pasticcione e lei se n'è accorta subito.

Trovo una cassettina con alcuni braccialetti d'oro e un po' di denaro proprio dove mi ha indicato lei. Mi guardo le mani e penso che ce n'è abbastanza per poter tirare avanti per un paio di mesi.
Sebbene sia di spalle ho come la sensazione di essere osservato da lei. E' sufficiente voltarmi per avere la conferma.

Il suo sguardo è fisso su di me. Di tanto in tanto socchiude gli occhi mordendosi le labbra, come se solo la mia vista del mio corpo fosse sufficiente ad eccitarla. Sono un po' perplesso. Osservo il suo corpo seminudo, poi vengo attirato da un particolare: ha portato lentamente le mani tra le gambe.

Mi balena in testa l'idea che abbia intenzione di liberarsi per poi farmi a polpette. Sono imbranato con la gente ma non stupido fino a questo punto.

Salto quindi sul letto e le scosto prontamente le gambe per cercare di bloccare le sue mani, ma mi rendo conto di aver preso un bel granchio. Sorrido all'evidenza: aveva infilato le mani nelle mutandine e aveva cominciato ad accarezzarsi il sesso ancora sporco del mio seme.

Mi guarda sopresa per quel mio gesto improvviso, poi si porta un dito sporco del mio succo alla bocca e comincia a leccarlo voluttuosamente davanti ai miei occhi sbalorditi.

'Mmmmm che buono...ne hai ancora?' - mi dice con voce eccitata strizzandomi un occhio

'Sei davvero insaziabile' - sono le uniche parole che riesco a dire in quel momento

'Cosa vuoi...un marito sempre assente, la noia mi uccide lentamente ma...adesso ci sei tu che potresti darmi una mano e io potrei essere molto riconoscente con te molto di più di quanto pensi...' - mi dice portandosi alla bocca il dito ancora una volta.

Resto ipnotizzato dal suo sguardo e dai suoi movimenti. Ancora una volta perdo quel poco di razionalità che ho e avvicino il viso al suo seno.

Appena la mia bocca si poggia sul suo capezzolo un suo sospiro mi svela quanto sia apprezzato il mio gesto. Comincio a succhiare con dolcezza la sua carne eccitata, poi lascio scorrere la mia lingua sulla sua pelle ottenendo come risposta altri sospiri carichi di eccitazione.

Mentre sono intento a regalarle piacere non mi rendo conto che ha portato le sue mani sulla mia testa. Mi accarezza dolcemente i capelli affondando di tanto in tanto le dita tra le ciocche.

Il desiderio di possedere ancora una volta quel corpo eccitato e voglioso mi fa perdere ogni freno: le mie mani cominciano a carezzarle l'interno coscia per arrivare rapidamente alle mutandine ormai completamente impregnate del mio e del suo succo. Le massaggio il sesso attraverso la stoffa. Lei si abbandona a piccoli incontrollati mentre le sue gambe si schiudono al mio tocco come fanno i petali di un fiore la mattina al calore del sole.

In breve tempo le sue cosce sono completamente divaricate e allargherebbe anche le gambe se non fosse per le caviglie ancora legate.
Allungo le mani in direzione dei suoi piedi e con un rapido movimento riesco a sciogliere il nodo che le teneva legati i piedi.
Adesso divarica le gambe e comincia a roteare il bacino vogliosa di sesso.

'Scopami, ti prego! Prendimi come hai fatto poco fa, sbattimi come l'ultima delle puttane di questa terra e sborrami dentro!' - mi dice con voce carica di passione.

Ancora una volta vince il mio istinto animale: mi posiziono tra le sue gambe aprendo i pantaloni e tirando fuori il mio membro già eretto e pronto all'amplesso. Senza farmi pregare ancora scosto quel lembo di stoffa che divide la sua intimità dal mio sesso e la penetro con un colpo secco e deciso.

Lei mi risponde con un urlo che mi piace, mi eccita, mi incita a essere ancora più animale. E allora un secondo colpo secco e poi un terzo e poi ancora in un crescendo continuo verso l'apice del piacere.

Mi tuffo sul suo volto per baciarla, la mia lingua saetta nella sua bocca, gioca con la sua lingua. Poi stacco la mia bocca dalle sue labbra e comincio a baciare la sua pelle scivolando verso il collo. Comincio a succhiare la sua pelle e a morderla mentre ormai il mio bacino sbatte con ritmo forsennato sul suo corpo.

Le geme, gode di questo trattamento animalesco, urla parole sconclusionate finchè come uno tsunami l'orgasmo scuote con violenza il suo corpo. La sento venire sotto di me, questa volta i suoi muscoli interni stritolano letteralmente il mio sesso provocandomi rapidamente l'orgasmo.

Pompo con furia animalesca il mio piacere dentro di lei con spinte sempre più lente.

Mi accascio sul suo corpo ansimante e sudato mescolando il mio sudore al suo.

'Ahhh....che belva feroce!' - mi dice estasiata - 'che ne diresti di lavorare per me?'

Mi sollevo per guardarla con espressione interrogativa. Mi chiedo cosa le passa adesso per la mente, come un potrebbe un ladro 'lavorare onestamente'.

'Sai...' - continua sospirando - '...questa casa è alla mercè di tipi poco raccomandabili, di ladri...questa volta mi è capitato uno stallone che mi ha montata a dovere...la prossima volta potrei imbattermi in qualche criminale senza scrupoli che potrebbe farmi del male, pestarmi a sangue o addirittura uccidermi per pochi spiccioli...'

Adesso mi fissa negli occhi e mi guarda seria: 'Perchè...perchè non ti stabilisci qui come guardiano della casa e custode del mio corpo? Avresti tutto quello di cui hai bisogno: un tetto, una paga...una femmina infoiata da montare a tuo piacimento mentre il suo maritino è sempre in giro per lavoro...'

Resto a bocca aperta alle sue parole...forse ho trovato un futuro più tranquillo e onesto...chissà...

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