I gemelli

La storia di due gemelli completamente diversi, Luca e Lucia, cane e gatto nella vita quotidiana, uniti nel sesso grazie all'intervento di Mary, un'amica comune che tende loro una trappola perversa. La storia è liberamente inspirata dal video intitolato 'It slipped in' (è finito dentro) in cui Carolina Sweets interpreta l'innocente sorellina secchiona, Lucas Frost il fratello bulletto e Whitney Wright l'amica perversa.


N.B. I protagonisti del racconto si intendono maggiorenni e consenzienti

Mi chiamo Mary e…ho combinato un gran casino!

Era arrivato il giorno della mia partenza.
Io e la mia famiglia avremmo lasciato la città per sempre per trasferirci altrove a causa del lavoro di mio Padre.
Di li a poco la mia vita sarebbe ricominciata daccapo: avrei perso amici, compagni di classe, professori e tutto intorno a me sarebbe cambiato.

Non avrei più rivisto i gemelli, Luca e Lucia, con cui avevo stretto un rapporto di amicizia speciale.
Ed è di loro che vi voglio parlare.

Luca, un fustacchione belloccio con un carattere molto vivace, è tra i ragazzi più popolari a scuola.
Con un aspetto fisico molto curato e un’indole da farfallone, Luca è capace di cambiare ragazza ogni settimana.

Lucia è l’esatto opposto del fratello: dedita allo studio e alla letteratura, trascura spesso il suo aspetto fisico per passare ore a leggere.
Sta sempre in disparte, non solo per via della sua passione per i libri, ma anche per via del suo fare goffo e impacciato
che attira l’attenzione di tutti quei ragazzi che non sanno fare altro che deridere e prendere in giro chi non è come loro.

Avevo inziato a frequentare prima Luca: feste e divertimento era una passione che avevamo in comune.
Come c’era da aspettarsi Luca inizialmente mi vedeva come l’ennesima preda da fare sua, l’ennesima ragazza da spupazzarsi e da dimenticare il giorno dopo.
Ma con me era cascato male male: tutte le volte che ci aveva provato aveva fatto cilecca finchè ad una festa,
preso dalla disperazione un giorno provò a mettermi le mani addosso.
Un (mio) sonoro schiaffone lo riportò immediatamente a terra.
Preso per la collottola e portato in disparte, chiarìi che non ero interessata a quel ‘tipo di divertimento’ e che preferivo rimanere a ridere nel vederlo
fare il buffone-pavone con le altre ragazze, piuttosto che scoparmelo, venire mollata, perdere un’amicizia e infine provare imbarazzo ogni volta che lui sarebbe
stato in giro.
Luca capì, cosa molto strana visto che la maggior parte dei ragazzi su certi argomenti sono molto tardi e rincoglioniti.

Con Lucia invece iniziammo a studiare insieme per un progetto di classe e con il passare del tempo nacquero fiducia e amicizia.
A differenza degli altri che vedevano in lei una secchiona da cui copiare i compiti, io vedevo una persona molto brillante
in grado di farmi capire i concetti più difficili delle lezioni fatte in classe.
Questo mio atteggiamento disinteressato era piaciuto a Lucia che, con il tempo, cominciò a fidarsi e a confidarsi con me.

A questo punto sarebbe logico dire che frequentavo entrambi.

La mia amicizia con loro era molto particolare, “uno a uno” era l’etichetta che solitamente Lucia le dava: potevo frequentare
uno o l’altra, mai insieme.

I due infatti, quando erano assieme, facevano finta di non conoscersi oppure litigavano.
Credo che il rapporto tra Luca e Lucia fosse tra i peggiori al mondo
Luca in compagnia degli altri ragazzi si faceva trascinare nel ‘gioco’ dell’insulto a Lucia, umiliandola pesantemente.
Lucia dal canto suo non reagiva, rimaneva in silenzio e se poteva fuggiva.
In casa le cose non erano molto diverse: Lucia ogni tanto provava a reagire agli insulti del fratello ma, essendo Luca fisicamente ben messo, finiva per prenderle.
I loro genitori erano incapaci di rendersi conto di quello che accadeva tra i due e i litigi sembravano essere infiniti.

Questa situazione mi faceva stare davvero male e, prima di sparire dalle loro vite, mi ero messa in testa di voler sistemare il loro rapporto.

Quel giorno i gemelli erano soli in casa e io sarei passata da loro per un ultimo saluto.

Andai in camera di Lucia, la trovai intenta a leggere l’ultimo libro che il prof le aveva dato.
Iniziammo a parlare delle solite cose di scuola per poi finire a parlare di ragazzi.
Lucia non era solo un’appassionata di letteratura ma anche un essere umano che non restava indifferente al fascino dei ragazzi.
Più di una volta mi aveva confessato di aver voglia, come tutti nostri coetanei, di fare sesso.

Sesso: quella parola che la faceva così tanto arrossire in realtà era qualcosa che aveva scoperto per caso.
Tutto era iniziato con un porno trovato sul pc del fratello: invece di provare ribrezzo Lucia rimase affascinata dal piacere che i protagonisti
provavano nel fare quelle cose. Iniziò ad approfondire l’argomento, scoprendo ben presto come darsi piacere con la masturbarzione.
Da allora la sua ricerca del piacere non s’era più fermata: spesso si immaginava protagonista di quei video perversi,
al centro dell’attenzione di uno o più maschi. E trascinata da fantasie sempre più spinte aveva provato la penetrazione con più dita
perdendo quella che in molti chiamano verginità.

Una risata carica di cattiveria interruppe le nostre chiacchiere.
Era Luca che, appena uscito dalla doccia con addosso il solo asciugamano, si era fermato sulla porta preparando l’ennesimo crudele attacco alla sorella.

“Ciao Mary, sei passata a salutare il cesso con gli occhiali?” – disse ridendo

Lucia, in un improvviso scatto d’ira, prese il libro che aveva davanti e lo lanciò con forza al fratello: “SEI UNO STRONZO!”

Luca, piuttosto che ripararsi, allungò prontamente la mano e prese al volo il libro.

“Cesso a pedali! Fatti una vita!” – la liquidò Luca che, dopo averla guardata con sufficienza, lanciò a terra il libro e sparì.

Gli occhiali di Lucia si appannarono: stava piangendo in silenzio.

Approfittai di quel momento di debolezza per convincerla che era ora di cambiare le cose:
riprendendo l’argomento sesso la convinsi che c’era un modo per farsi apprezzare da suo fratello.
Le spiegai nel dettaglio cosa avevo intenzione di fare e, malgrado la cosa le parve pura depravazione, Lucia decise di assecondarmi.

La lasciai in camera a prepararsi e raggiunsi Luca nella sua stanza.

‘Toc! Toc!’ – dissi scherzosamente mentre mi affacciavo alla porta aperta.

‘Mary! Che gran piacere rivederti!’ – urlò Luca sorridendo e facendo finta che poco prima non fosse accaduto nulla.

Girandosi di scatto verso di me lasciò cadere l’asciugamano a terra mostrandosi nudo come se niente fosse.
Allargò le braccia e si diresse verso di me con il suo sorriso sornione.
Era leggermente eccitato e con il suo batacchio semirigido che mi puntava vistosamente aggiunse: ‘grande, grande…grande piacere!’

Matto, maiale, pagliaccio, pavone! Aveva tutte le carte giuste per insidiare qualsiasi ragazza.

I suoi modi di fare insieme al suo fisico palestrato, i suoi occhi azzurri e i capelli biondi erano una terribile trappola.
Bastava abbassare la guardia solo pochi minuti per ritrovarselo tra le gambe o con il suo pisello tra le mani e il suo sorriso provocatore.
Avevo visto negli anni fin troppe ragazze capitolare di fronte a quel suo…chiamiamolo fascino.

Mi abbracciò spingendo e strusciando la sua erezione sul mio ventre.

‘Non riesco a capire chi è più felice di vedermi…tu, o il tuo amichetto lì sotto!’ – scherzai.

‘Mary…Mary…Mary…lo sai che mi mancherai tanto?’ – disse mentre le sue mani impertinenti dopo aver percorso la mia schiena e si erano fermate ad afferrarmi il sedere.

‘Già, già…ti sfonderai di seghe!’ – mugolai ironica.

Con determinazione e sguardo serio mi divincolai dal suo abbraccio e iniziai a spingerlo verso il letto.
Arrivato al bordo Luca non potè fare altro che caderci su.
Continuai a mantenere la mia mano sul suo petto, senza abbassare lo sguardo.

Lui rimase interdetto: non riusciva a capire quali fossero le mie intenzioni anche io salivo sul letto e mi posizionavo a cavalcioni su di lui.

Rimasi immobile a fissarlo per qualche istante, poi cominciai a piegarmi lentamente su di lui.
Quando le mie labbra furono a pochi centimetri dalle sue, gli scostai il viso e avvicinai la mia bocca all’orecchio.

‘Vorrei farti un regalino prima di sparire per sempre…se fai il monello me ne vado!’ – sussurrai con voce sensuale.

Mugolò qualcosa di incomprensibile.
Allungai una mano per afferrare una delle magliette buttate sul letto.
Poi, con fare risoluto, la usai per tappargli gli occhi: Luca era troppo curioso per potersi ribellare.


Scesi dal letto lasciandolo con il batacchio in piena erezione.

Dopo essermi accertata che non vedesse nulla, mi allontanai in direzione della porta ribadendo: ‘Mi raccomando…fai il bravo…altrimenti niente regalo!’.

Fuori dalla stanza c’era Lucia che mi stava aspettando.

Era nuda come mamma l’aveva fatta.
La pelle liscia e setosa priva di imperfezioni, il seno leggermente pronunciato, il ventre piatto, i capelli biondi che scendevano sulla schiena,
un ciuffetto biondo che faceva capolino sul pube, il sedere sodo, le gambe snelle: un angelo.

Era rossa in volto e tesa come una corda di violino.

Nei suoi occhi azzurri leggevo il terrore puro: dopo anni di umiliazione ci mancava solo che il fratello la vedesse nuda e usasse il suo corpo per deriderla.

La feci entrare.

Quando vide il fratello in piena erezione strabuzzò gli occhi dietro le spesse lenti degli occhiali…

…ah, già, gli occhiali…

Glieli sfilai, posandoli sulla cassettiera, mentre Lucia protestava in silenzio facendomi NO con la bocca: per lei perdere la vista significava perdere il controllo della situazione.

Ma mi lasciò fare.

Ci avvicinammo lentamente al letto.

Luca era lì in attesa, respirava lentamente.

Silenziosamente mi inginocchiai ai suoi piedi, poi, con un gesto della mano sul braccio di Lucia, feci inginocchiare anche lei.

Davanti a quel pisellone pulsante l’ansia di Lucia era aumentata: con gli occhi fissi sul sesso di Luca tremava visibilmente.

Riuscivo a vedere le vene del collo pulsare, in quel momento il suo cuore doveva batteva all’impazzata:
stava vivendo da protagonista uno di quei video porno che mi aveva raccontato tante volte.

“Prima sorpresa!” – sussurrai, facendo sobbalzare leggermente Lucia che sembrava essere entrata in uno stato di torpore

Luca, in attesa che succedesse qualcosa, non reagì.


Presi allora la mano di Lucia e la portai sul sesso del fratello.

Lucia deglutì a fatica, la sua mano rigida afferrò con delicatezza il palo di carne di Luca.
Rimase immobile, incerta sul da farsi.

Le spinsi delicatamente la mano prima giù e poi su.
Lei, mordendosi le labbra, continuò a muovere la mano cercando di evitare movimenti goffi.

Luca contrasse leggermente i muscoli dell’addome, il tocco di quella mano gli aveva provocato brividi di piacere.

Lasciai che Lucia si abituasse a quella situazione prima di andare oltre.

“Seconda sorpresa!” – sussurrai dopo un po’.

Lucia distolse lo sguardo dal cazzo eretto del fratello e mi guardò incuriosita.

Io, di rimando, le mimai con la bocca e la mano le feci il gesto di leccarlo…

Una vampata avvolse nuovamente il viso di Lucia che, terrorizzata, fece silenziosamente NO con la bocca.

Le sorrisi mentre lei tornò a fissare l’erezione del fratello che il tocco delle sue mani aveva fatto crescere ulteriormente.

Passò qualche istante.
Poi, dopo aver scappellato il sesso di Luca, chiuse gli occhi e avvicinò lentamente il viso alla bocca.

Dopo aver preso un grosso respiro, Lucia tirò fuori la lingua e sfiorò la pelle del fratello.

Leccò ripetutamente, prima dolcemente poi in modo sempre più deciso: l’incertezza iniziale aveva lasciato il posto alla passione.

Riprese il massaggio con le mani, alternando baci e leccate.

Poi, sempre ad occhi chiusi, Lucia scappellò nuovamente quel palo di carne pulsante e se lo fece scivolare in bocca con la stessa naturalezza
di una delle tante “professioniste” che aveva visto in quei video che spesso mi aveva descritto fin nei minimi particolari.

Restai meravigliata.

Un lungo ‘uuuuhhhh’ uscì dalla bocca di Luca, segno che il ragazzo stava apprezzando il trattamento ricevuto.

La timida Lucia era improvvisamente diventata disinvolta e ai generosi massaggi con le mani, le leccate e i baci aveva aggiunto di profonde succhiate.

All’ennesima succhiata decise di aprire bene la bocca e spingere la testa più in fondo possibile.
Vidi la punta delle sue labbra arrivare a sfiorare il pube del fratello mentre il sesso di Luca era ormai sparito completamente nella bocca di Lucia.

Passarono pochi ma interminabili istanti in cui Lucia sempre ad occhi chiusi trattenne il fiato con la cappella del fratello completamente conficcata in gola.

Divenne paonazza in volto.

Improvvisamente mollò la presa tornando a respirare e ansimare sonoramente.
Ebbi paura che Luca si accorgesse di quanto stava accadendo, ma mi tranquillizzai immediatamente vedendo il suo sorriso sornione: se la stava godendo alla grande.

Lucia tornò a leccare e succhiare il cazzo del fratello, alternando mano e bocca con una maestria impressionante.
La lasciai libera di lucidare la cappella pulsante di Luca per un po’.

“Terza sorpresa…” – sussurrai.

Lei interruppe il lavoretto di mano e bocca e cercò interrogativa il mio sguardo.

Rimasi immobile a fissarla con un sorrisino: sarebbe stata lei a decidere la scena successiva “del video” di cui era ormai la protagonista indiscussa.

Si rimise in piedi e salì lentamente sul letto; prima un ginocchio e poi l’altro, si mise a cavalcioni su Luca.

Dalla mia posizione potevo vedere chiaramente l’eccitazione di Lucia: le sue grandi labbra lucidissime e un rivolo dei suoi umori le rigava l’interno coscia.

Avvicinare il sesso del fratello al suo iniziando un sensuale sfregamento.

La cappella di Luca si bagnò pian piano dei suoi umori.
Poi, con gesto deciso e risoluto, Lucia afferrò il pisello e lo puntò dritto nella figa.

Spinse con lentezza il suo corpo contro quello del fratello.
Il palo di carne, millimetro dopo millimetro, sparì dentro le viscere di Lucia.

Trattenne a stento un sensuale ‘ooohhh’ di piacere, tappandosi rapidamente la bocca con una mano: la poca lucidità rimastale l’aveva spinta a non rivelare ancora la sua identità al fratello.

Il suo pube era arrivato a toccare quello del fratello, era ormai completamente impalata.


Lucia si sentiva finalmente donna, un’adulta perversa e lussuriosa femmina.

Innocenza, timidezza e verginità erano sparite di colpo mentre il suo corpo cominciava un lento su e giù alla ricerca del piacere più intenso e appagante.

Quel sali e scendi con il passare del tempo si fece sempre più sostenuto: il piacere cominciò a scorrere nelle vene di Lucia che cominciò a respirare affannosamente.

Tornò a tapparsi la bocca nel vano tentativo di trattenere i gemiti.

Luca, eccitato come non mai, allungò le mani a cercare il seno di quella donna che lo stava possedendo.

Bastarono pochi tocchi delle sue dita sui capezzoli di Lucia per far perdere il controllo alla ragazza.

Lucia si abbandonò a quella prima esplosione di piacere, gemette sonoramente spigendo con forza il suo pube contro quello del fratello.

Era il suo primo vero orgasmo impalata al sesso di un uomo vero.

A questo punto Luca riconobbe la voce della sorella, si tolse di scatto la maglietta dagli occhi agitandosi confuso sotto al peso del corpo della sorella.

“SORPRESA!” – urlai sorridendo.

Credevo di essere finalmente riuscita nel mio intento di pace tra i gemelli…pensavo che a quel punto poche parole avrebbero cambiato le cose…

…ma mi sbagliavo.


Luca cercò di divincolarsi, spaventato dalla situazione per lui inaspettata.
Credeva di fare un meraviglioso smorzacandela con la sua (ex) amica Mary e invece si ritrovava con l’uccello piantato dentro sua sorella Lucia!

“Calma….calma…” – cercai di rassicurarlo premendo le mie mani sul suo petto.

Stessa cosa fece Lucia che riuscì a farlo tornare disteso sul letto.

La faccia incredula di Luca era tutto un programma, il suo sguardo continuava correre nervoso tra me e Lucia mentre la sua bocca si apriva e chiudeva senza emettere alcun suono.

“Ti presento Lucia!” – esordìi con tono divertito e un bel sorriso – “Ti presento uno splendido angelo capace di farti impazzire di piacere”

A quelle parole anche Lucia sorrise; in cuor suo sperava che finalmente il “cesso a pedali”, come suoleva chiamarla Luca, sparisse per sempre dalla mente di suo fratello.
Credeva di aver dimostrato a se stessa e a Luca di essere una persona nuova, non più la insignificante ragazzina topo da biblioteca, ma una femmina perversa capace di provare e di far provare piacere.

Tentai di spiegare a Luca esattamente quello che Lucia stava pensando: speravo che riuscisse ad apprezzare il fatto che fosse diventata donna.

Lucia nel frattempo cominciò nuovamente a muovere lentamente il bacino strusciando il suo pube sul fratello.

Luca non riusciva ancora a connettere, era troppo scioccato dall’immagine di sua sorella nuda sopra di lui per riuscire a capire il senso delle mie parole, in più i movimenti della sorella e i brividi che gli provocavano non lo aiutavano a ritrovare la lucidità.

Stavo parlando al vento mentre Lucia, con movimenti sempre più pronunciati, tornava nuovamente a torturare il pisello del fratello
aiutandosi con movimenti del ventre che le causavano piccole contrazioni dei muscoli interni della vagina.

“…è chiaro!?!” – conclusi mentre lo sguardo di Luca era perso in quello della sorella.

Lucia nel frattempo era tornata a saltare sull’asta del fratello muovendosi ad un ritmo sempre più veloce.
I capelli penzolanti sulla schiena seguivano i suoi movimenti mentre il suo petto cominciava a gonfiarsi e sgonfiarsi seguendo il fiato sempre più affannato.

Ad un certo punto inarcò la schiena e tirò indietro la testa, continuando quella sua danza perversa sul batacchio del fratello che reso lucido dai suoi umori spariva continuamente nelle viscere di Lucia.


Dei piccoli ‘ah…ah…’ cominciarono ad accompagnare quella lussuriosa danza: io e Luca eravamo ipnotizzati dal corpo di Lucia intenta ad inseguire il piacere fino al suo apice.

Luca tornò a torturare i capezzoli della sorella usando i polpastrelli.
Quel trattamento aumentò il volume dei suoi gemiti di Lucia, decisa a raggiungere il suo ennesimo orgasmo.

Luca decise di andare oltre, con un colpo di schiena si mise seduto e raggiunse con la bocca il seno della sorella.
Si mise a leccare e succhiare con passione.

“Oddiooo…” – gemette Lucia, ormai prossima all’apice del piacere.

Gli ultimi gemiti acuti annunciarono l’orgasmo di Lucia che in preda al piacere incontrollato non fu più capace di tenere il ritmo.
Abbracciò il fratello e abbandonò il suo corpo esausto su di lui.
Luca non riuscì a reggere il peso della sorella e il suo inaspettato movimento.

I due caddero sul letto.

Il corpo di Lucia, agitato dal respiro affannoso, giaceva su quello di Luca, i capelli lunghi sparsi sulla schiena e sulle lenzuola,
il seno premuto sul petto del fratello, qualche gocciolina di sudore qua e la.

Lucia con il viso tra le lenzuola, ansimava, tentando di riprendersi da quell’ondata di sensazioni appena provata.

Luca scostò con le mani i capelli della sorella che gli erano finiti sul viso.
Vedevo il suo sguardo incupirsi lentamente: idee perverse pian pianino cominciavano a farsi strada nella sua mente.

“E brava la mia sorellina!” – esordì – “Sei diventata esperta con il cazzo, eh? …una vera porca!”

“Peccato che con la tua troiaggine hai imparato solo a godertela e non a soddisfare il maschi che hai deciso di fotterti…ma a questo possiamo rimediare subito”

Le parole di Luca cominciavano a preoccuparmi.

“Adesso tocca a me divertirmi!” – concluse, prima di muoversi.

Con un movimento repentino di gambe e schiena riuscì a mettersi in piedi tenendo in braccio la sorella.
Poi, giratosi, la lasciò cadere di schiena sul letto.
Le si avventò sopra con furia animalesca: dopo aver puntato rapidamente la cappella tra le gambe gambe di Lucia, diede il primo violento affondo di bacino.

Lucià urlò.

Il suo sguardo era atterrito da quell’improvviso cambiamento.

Luca le bloccò i polsi al letto premendo le sue mani sulle lenzuola.
Iniziò a montarla con un ritmo forsennato.

Alla dolcezza dei movimenti di Lucia che danzava sul fratello era ora subentrata la furia del fratello che, senza tanti complimenti, aveva cominciato una serie di violenti e profondi affondi nella carne di Lucia.

Anche io, letteralmente bloccata da paura ed eccitazione, guardavo in silenzio l’amplesso dei due.

Immaginare che sarei potuta essere io la vittima di quella improvvisa e perversa violenza mi sconvolgeva le budella.

Bastarono pochi minuti di quel pompare forsennato per spedire Lucia nuovamente al settimo cielo.
I gemiti acuti che seguivano il ritmo dei colpi del fratello annunciarono il suo ennesimo orgasmo.

Lucia venne, stringendo le mani, inarcando la schiena e chiudendo gli occhi.
Godeva a bocca aperta dei colpi del fratello mentre Luca, impassibile, continuava a squassarla senza fermarsi.

 

Lucia, rimasta senza fiato, avrebbe voluto fermare il fratello e godersi gli istanti successivi all’orgasmo.
Ma Luca non era intento a cercare l’orgasmo della sorella, ma il suo.

“Lu…Lu…ti pre…fer…fer…” – furono le poche sillabe che Lucia, ripresasi dall’orgasmo, riusciì ad emettere prima di essere nuovamente risucchiata
in una nuova spirale di perverso piacere.

Luca continuava a montarla, schiacciandola con vigore, facendo sbattere con violenza i suoi testicoli sui glutei della sorella e scuotendole il corpo.
Sembrava come impazzito: la ferocia dei suoi affondi possenti, i muscoli delle sue braccia contratti nello sforzo fisico mi ricordarono per un attimo la scena di un documentario che visto qualche giorno prima in cui un leone dopo una forsennata corsa azzannava una veloce gazzella e cominciava a stapparne via con violenza le carni.

Luca sembrava un treno impazzito: gocce di sudore solcavano il suo viso per poi cadere sul corpo della sorella, i muscoli del suo sedere intenti a dare il ritmo della cavalcata, mentre il resto dei muscoli suo corpo erano tesi.

I gemiti di Lucia cominciarono a riempire nuovamente la stanza, segno che ben presto un nuovo orgasmo avrebbe sconvolto il suo corpo.

Ai gemiti della sorella si unì presto il pesante ansimare di Luca che iniziava ad accusare fatica di quella che sembrava una monta infinita.

Improvvisamente, Luca reclinò il capo indietro inarcando la schiena.

Con gli occhi chiusi spinse con tutte le forze dentro la sorella e rimase immobile mentre un grido gutturale, animalesco, annunciava l’orgasmo di Luca.

Vidi chiaramente la sua asta carnosa contrarsi ripetutamente: stava scaricando potenti fiotti del suo seme dentro il sesso di Lucia.

Lucia, ormai prossima all’orgasmo, sentendo suo fratello godere e vedendosi riempita del suo caldo piacere, venne rapidamente.

A differenza degli altri orgasmi, questo fu per lei davvero devastante: cominciò ad agitarsi sotto al fratello in preda a violenti spasmi,
la bocca aperta, le pupille rivolte verso l’alto nascoste dalle palpebre.
Stava provando sensazioni di un’intensità mai vista.

Quasi sicuramente i muscoli della vagina di Lucia stavano mungendo vigorosamente il palo di carne di Luca che, ben piantato nelle viscere della sorella
e ancora preda degli ultimi scampoli di piacere, apprezzo la cosa lasciandosi sfuggire un lungo ‘oooohhh’ mentre il suo corpo crollava su quello di Lucia.

Rimasero immobili uno nell’altra a riprendere fiato per un tempo che mi sembrò infinito.
Avevo assistito a uno degli amplessi più sconvolgenti della mia vita.

Mentre il silenzio tornò a riempier la stanza, Luca, con la poca forza che gli era rimasta in corpo, fece leva su una gamba,
si tirò sù e si distese esausto accanto alla sorella.

Il suo sesso, reso lucidissimo dagli umori di Lucia, non aveva ancora perso il suo turgore.
Qualche goccia bianca del suo seme faceva capolino sulla cappella, mentre alla base della sua asta, delle gocciolina rossastre
mi confermavano le ultime tracce della verginita che Lucia aveva perduto.

L’immagine di Lucia era altrettanto perversamente bella: un rivolo di sperma, uscito dal suo sesso, le rigava l’interno coscia scendendo lentamente verso una macchia scura
che si era formata sulle lenzuola. Di tanto in tanto contraeva il ventre lasciando fuoriscire dal suo sesso altro bianco sperma che andava ad alimentare
il rivolo che le si era formato tra le cosce.

Fissavo per sempre nella mia mente quella scena.
Una parte di me avrebbe voluto far parte di quel quadretto.
La tentazione di leccare il frutto dei loro orgasmi, di ripulire entrambe i loro sessi assaporando il risultato di quello che per me era stato uno degli amplessi più belli di sempre
era indescrivibile.

Ma non ci fu tempo.

La voce di Luca, mi scosse riportandomi a terra: “Mi hai fatto davvero un bel regalino, Mary…”

“Davvero un regalo indimenticabile: una bambolina di carne da usare per dimenticarti per sempre!”

La cattiveria delle sue parole mi ferì mortalmente.

Luca non aveva capito il senso di quanto accaduto e le sue parole mi confermavano che Lucia sarebbe diventata il suo spasso personale sotto le coperte.
Non mi faceva male il fatto che Luca mi avrebbe dimenticata ma il non essere riuscita a spezzare quella terribile catena di umiliazioni a cui Lucia era
quotidianamente sottoposta dentro e fuori casa.

Mi sentivo terribilmente in colpa per aver peggiorato tutto.

Scappai.

Arrivata a casa, in lacrime, cercai rifugio in camera mia.

Piansi di disperazione.

Poi, riavutami, provai a cercar pace nel tepore di un bagno caldo.

La mia mente era un caos: le immagini di Luca che umiliava Lucia si alternavano a quelle della delicata danza di Lucia sul corpo del fratello a
quella in cui i due gemelli facevano sesso animalesco.

Mi toccai.

Venni copiosamente senza però potermi gustare in pieno l’orgasmo: una nuova immagine di Lucia incapace di fermare la violenza brutale del fratello mi fece precipitare nell’angoscia.

I miei, rientrati a casa, vedendomi sconvolta provarono a chiedermi qualcosa.
Con uno sforzo immane riuscìi a tenere per me quello che era accaduto quel giorno.

Il passare del tempo e la nuova città riuscirono a sbiadire pian piano quel ricordo e a rendere meno doloroso il ricordo dei gemelli.

Per molto tempo non volli sapere nulla dei miei vecchi amici, provando a dimenticare il passato.

Uun giorno ricevetti una telefonata.

Era Lucia.

Le chiesi come stava.

Lei, senza tanti preamboli, cominciò a raccontarmi quanto accaduto dopo la mia fuga.

Luca continuò imperterrito a umiliarla pubblicamente.
A casa, appena i genitori sparivano cercava Lucia per fare sesso violento e animalesco.

Dopo qualche settimana vennero finalmente scoperti dai genitori e successe un putiferio.
La forza che usava Luca nel possedere la sorella venne considerata violenza.
Luca venne spedito in collegio.

Lucia, ormai incinta, fu costretta ad abortire e a seguire una lunga terapia la aiutò, così mi disse, a buttarsi alle spalle l’inferno che aveva vissuto.

Mi ringraziò per tutto quello che avevo fatto per lei in particolare quel maledetto giorno.
Quello che l’avevo spinta a fare, disse, le aveva tirato fuori desideri e sentimenti inespressi per anni.

Mi confessò che se da un lato odiava profondamente le vessazioni continue del fratello, dall’altra aveva scoperto di essere profondamente innamorata di Luca.

Ancora adesso faccio fatica a comprendere il senso delle sue parole.

So solo che ho combinato un gran casino.

Fine.

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