Una nuova storia in musica, un nuovo racconto inspirato dalla canzone 'Come away with me' di Norah Jones (non a caso la protagonista femminile si chiama Nora) che parla della disperazione di un ragazzo, abbandonato dalla propria ragazza, che trova rifugio tra le braccia della sorella.
N.B. I protagonisti del racconto si intendono maggiorenni e consenzienti
Non posso iniziare il racconto senza avervi presentato il video a cui mi sono inspirato e da cui ho estrapolato e tradotto alcune parole:
"Vieni via con me nella notte,
ed io ti scriverò una canzone"
L'ennesima festa di compleanno, l'ennesima occasione per fare baldoria, l'ennesima volta per ubriacarsi come se non ci fosse un domani.
Ancora una volta Paul, 19 anni, veniva accompagnato a casa dal suo migliore amico Mario. Non si reggeva in piedi e il suo amico fidato era stato costretto a trascinarlo di peso dalla macchina fino alla porta di casa. Per fortuna Mario aveva il numero di telefono della sorella di Paul, e piuttosto che bussare nel cuore della notte rischiando di svegliare tutta la famiglia di Paul decise di inviarle un messaggio: "Non trovo le chiavi nelle tasche di Paul, se sei sveglia per favore vieni ad aprire"
Dopo qualche minuto Nora, 18 anni, sorella minore di Paul, aveva letto il messaggio e si era precipitata alla porta. Alla vista del fratello completamente sbronzo aveva fatto entrare Mario e aveva chiesto lui di adagiare il fratello sul divano in salotto.
"Mi prenderò cura di lui" - disse Nora, accompagnando Mario alla porta e ringraziandolo.
"Nora, io capisco che Paul stia passando un brutto periodo, ma non può ogni volta ubriacarsi in quel modo e cercare qualcuno con cui fare a botte!" - le rispose Mario, molto preoccupato - "Questa sera me la sono vista brutta, ho rischiato di prenderle pure io per salvare il culo a tuo fratello"
"Non so che dirti Mario, so quello che sta passando dentro e non sono riuscita a trovare un modo per aiutarlo" - disse Nora riconoscente - "Mi dispiace, lo dico per lui, e ti ringrazio ancora una volta per averlo tolto dai guai"
"Bah..." - disse Mario rassegnato - "...lascia perdere, a domani"
"Notte" - rispose Nora chiudendo la porta con delicatezza
Si avviò poi in salotto. Paul era ancora disteso sul divano incoscente, la bocca aperta, un filo di bava gli scendeva da un angolo. Puzzava da morire di alcol e sudore. Aveva un occhio nero e un vistoso graffio sullo zigomo. Andò in cucina a prendere un panno umido e del ghiaccio. Tornata nuovamente in salotto si era messa a cavalcioni su di lui e con delicatezza aveva poggiato il panno con il ghiaccio sull'occhio di Paul completamente tumefatto.
Paul emise un gemito di dolore. Provò a raggiungere l'occhio che gli doleva con le mani.
"Fermo, fermo, fermo" - aveva sussurato Nora, cercando di fermare le sue mani
"Sei un testone...perchè continui a cacciarti nei guai?" - aveva aggiunto Nora con voce dolce
"Wuhe he hi hawo..." - aveva risposto Paul a voce alta tutt'altro che lucido
"Shhhhh" - lo aveva zittito - "Sveglierai tutti"
"Perchè..." - Paul aveva ripetuto a voce più bassa schiarendosi la voce.
Aveva poi ripreso fiato, aveva aperto entrambi gli occhi e finalmente aveva pronunciato la frase per intero - "Perchè ti amo, Egle!"
Egle era il nome della sua ex. Si erano mollati dopo tre anni di quella che era stata una relazione molto travagliata, piena di tira e molla, di scenate, di riappacificazioni seguite da nuovi litigi. Erano riusciti alla fine a mettere un punto. Paul aveva inizialmente accettato il distacco, ma poi aveva iniziato a sentirsi solo, vuoto, infelice. Egle era stata il suo primo amore, a lei aveva detto 'ti amo' per la prima volta, con lei aveva fatto l'amore pensando che il loro rapporto sarebbe durato per sempre, con lei aveva progettato un futuro insieme. Un ragazzo romantico, Paul, come pochi se ne vedono in giro, capace di dar fondo a tutti i suoi risparmi per comprare giganteschi mazzi di fiori, comprare libri di poesie per cercare frasi d'amore sempre nuove e presentarsi in ginocchio alla sua Egle per chiederle perdono. Dopo la rottura Paul aveva cercato di distrarsi uscendo con gli amici, aveva provato a consolarsi cercando il divertimento sempre più sfrenato e trovando rifugio nell'alcol.
"Sei ubriaco" - disse Nora - "non sai quel che dici"
"NO!" - urlò Paul - "Io ti amo...ti amo...non mi credi?"
Nora provò a zittirlo nuovamente mettendogli una mano davanti la bocca: "Zitto! Sei matto? Sveglierai tutti!" - gli sussurrò
"Sì, sono matto! Pazzo di te!" - continuò a dire Paul strappandole la mano dalla bocca
"Non mi credi? Eh? Non mi credi?" - aveva incalzato
Poi improvvisamente le aveva afferrato la testa e l'aveva tirata a se baciandola sulla bocca.
"Ferm...mmm...che f..." - Nora aveva cercato di difendersi, ma il lungo periodo di astinenza dovuto alla lontananza del suo ragazzo, la forza con cui Paul la stava tirando a sè e il forte odore di alcol che le aveva fatto girare la testa, la fece improvvisamente cedere.
Cominciò ad assecondare i movimenti delle labbra del fratello che, allentando la presa le aveva improvvisamente infilato le dita tra i capelli. Le piacevoli sensazioni di quel massaggio avevano portato Nora alla resa totale: sentiva le farfalle allo stomaco, una piacevole sensazione di umidità tra le gambe e un pizzicore al seno. Aveva aperto la bocca e aveva permesso a Paul di infilarle la lingua dentro, aveva risposto con la sua, si era lasciata trasportare con passione crescente. Davanti a sè c'era una persona che, seppur ubriaca, aveva un disperato bisogno di essere amato. Chi, se non lei, la persona che gli era stata sempre vicina, la spalla su cui mille volte Paul era venuto a piangere, poteva dare lui quello di cui aveva bisogno?
"Vieni via con me e ci baceremo
Sulla cima di una montagna
Vieni via con me
E non smetterò mai di amarti"
Erano rimasti sul divano a baciarsi per diversi minuti. Nora si era lasciata coccolare dalle sue carezze tra i capelli, aveva lasciato cadere il panno con il ghiaccio e aveva usato le mani su di lui, per tenerlo stretto, per carezzare le sue guance, il suo collo, le sue spalle.
Poi, in un attimo di lucidità, Nora era riuscita a staccarsi da lui e gli aveva sussurrato: "Andiamo a letto".
Si era alzata e lo aveva aiutato a sollevarsi. Poi, con piccoli passi incerti, i due avevano raggiunto la camera di Paul e il letto. Nora era riuscita a farlo sedere e, prima che la sua schiena crollasse sul letto, era riuscita a togliergli la maglietta. Era poi riuscita a sfilargli le scarpe, i calzini e infine, con molta fatica, i pantaloni. Aveva appallottolato quei vestiti ed era andata a buttarli nel cesto dei panni sporchi. Era infine tornata in camera per sistemarlo meglio sul letto e poter andare finalmente a dormire. Gli aveva dato un bacio sulla fronte, esattamente come aveva fatto lui con lei quando era piccola.
Nel rialzarsi per tornare in camera sua Paul le aveva improvvisamente afferrato la mano: "Ti prego..." - le aveva sussurrato - "...non andare via, non lasciarmi solo"
Mossa da improvvisa tenerezza Nora si era fatta spazio sul letto e si era sdraiata accanto a lui. Gli aveva accarezzato con tenerezza i capelli. Paul sentendo il calore del suo corpo si era stretto a lei ed aveva cercato il suo seno per poggiarci la testa. "Ti amo" - le aveva sussurrato ancora una volta.
Nora aveva risposto a quelle sue parole con l'ennesima carezza sui suoi capelli: "Anche io, fratellone" - gli aveva risposto sottovoce.
Si addormentò con lui addosso. Ma non fu una notte tranquilla.
Dopo qualche ora Nora fu svegliata da un'improvvisa quanto convulsa tosse di Paul.
"Mi viene da vomitare" - era riuscito a dirle con un filo di voce.
Veloce come un furetto, Nora era riuscita a sfilarsi dall'abbraccio con il fratello e a correre in bagno a prendere una bacinella. Era ritornare accanto a Paul giusto in tempo per assistere al suo primo conato di vomito. Riuscì a prendere la testa del fratello e dirigerla verso la bacinella proprio nell'istante in cui partì il primo getto dalla bocca di Paul. Continuò a carezzargli la testa mentre lui rimetteva anche l'anima. Aspettò che Paul terminasse prima di andare a svuotare la bacinella in bagno. Tornò indietro con la bacinella vuota e un panno pulito, gli asciugò la bocca con tenerezza. Salì sul letto, lasciando la bacinella a portata di mano, e infine tornò a riabbracciarlo. Diede lui l'ennesimo bacio sulla fronte prima di riuscire a prendere sonno.
"E voglio svegliarmi con la pioggia
che cade sul tetto tetto,
mentre sono al sicuro nelle tue braccia.
Perciò tutto ciò che ti chiedo è
di venire via con me nella notte"
Le luci dell'alba iniziarono a far capolino tra le fessure della tapparella della camera di Paul lasciata semisocchiusa. Infastidita da quella luce e con il proposito di far dormire meglio il fratello, Nora si alzò e andò a chiudere la tapparella.
"Non mi lasciare..." - aveva detto Paul con la voce impastata. Probabilmente stava sognando, o forse nel dormiveglia si era accorto della mancanza del tepore del corpo di sua sorella.
"Sono qui" - rispose Nora tornando a salire sul letto
Questa volta però non fu la testa di Paul a cercare il seno della sorella, ma la sua mano.
"Ti amo..." - le sussurò ancora una volta Paul, stringendo il seno tra le sue mani.
Nora non ebbe il tempo di reagire: la bocca di Paul aveva rapidamente cercato la sua e aveva cominciato a baciarla causandole una improvvisa valanga di piacevoli sensazioni. Rispose al bacio, lasciando che la mano di suo fratello si infilasse sotto la maglietta del suo pigiama. Il battito del suo cuore accelerò improvvisamente quando i polpastrelli di Paul sfiorarono i suo capezzoli nudi. Tra le gambe vampate di calore avevano reso il suo sesso bollente, il suo bacino aveva cominciato a muoversi in modo voglioso. Sulla stessa onda di pensieri di Paul, Nora abbassò i pantaloni del suo pigiama e le mutandine proprio un istante prima in cui suo fratello si posizionasse tra le sue gambe. Con una mano spinse verso il basso l'elastico delle mutande di Paul, liberando la sua erezione. Bastarono pochi movimenti sincronizzati dei bacini dei due perchè il membro di Paul prendesse la via giusta e penetrasse il sesso di Nora.
Interruppero il bacio passionale per iniziare una melodiosa canzone di sospiri. I loro corpi iniziarono a danzare all'unisono nella fremente attesa di toccare l'apice del piacere. Fu Paul il primo a venir travolto dall'orgasmo. Nora, sentendosi invadere il sesso dagli caldi schizzi del fratello lo seguì a ruota.
Rimasero abbracciati a riprendere fiato.
"Non ci crederai mai" - sussurrò Paul a Nora dopo essersi ripreso dai postumi dell'orgasmo
"Cosa?" - rispose Nora carezzandolo dolcemente
Paul si alzò sulle braccia per guardarla negli occhi, seppur in penombra.
"Stanotte...ho iniziato a far l'amore con Egle e mi sono risvegliato a far l'amore con te..." - disse Paul
Nora aspettò che aggiungesse qualcosa.
"E dunque...?" - chiese, impaziente
Improvvisamente Paul cominciò a ridere: "Sono uscito da un incubo per ritrovarmi in un sogno!"
La risata travolse anche Nora. Risero entrambi, consci che quell'amplesso aveva dato un nuovo corso alle loro vite. Paul aveva trovato finalmente il modo di dimenticare Egle, Nora aveva trovato un nuovo modo di esprimere al fratello quanto lo amasse, più di ogni altra persona sulla terra.