Il regalino di Marta

Una perversa madre adottiva, un sex toy come regalo di compleanno gli ingredienti di questo racconto pseudo-incestuoso.

 


N.B. I protagonisti si intendono maggiorenni e consenzienti

Aveva bussato alla porta della mia stanza chiedendomi se poteva entrare: Marta, 42 anni, mora, 1.68, carnagione chiara, occhi castani, fisico asciutto, era la mia nuova e molto, molto, molto esuberante madre adottiva.
Aveva sposato mio padre pochi giorni prima e da tempo si era trasferita da noi, girando per casa seminuda, cosa che mi aveva spesso causato improvvise erezioni che non ero stato in grado di nascondere in tempo dalla sua vista.

Era il giorno del mio compleanno e mi ero chiuso in camera perchè non mi andava di vedere nessuno. La mia ragazza mi aveva lasciato due giorni prima del matrimonio di mio padre, facendomi fare la figura dell'imbecille davanti a tutti i parenti che si aspettavano che la presentassi ufficialmente. Era stata una rottura definitiva, abbastanza dolorosa per come erano andate le cose.
In uno stato di profonda frustrazione, al limite della depressione, me ne stavo rintanato in camera, con il pigiama addosso e sotto alle coperte. L'ultima cosa che desideravo in quel momento era vedere  qualcuno ma, siccome mio padre più e più volte si era raccomandato con me di trattare Marta con garbo e dolcezza, decisi di farla entrare.

"Cosa ci fai ancora sotto le coperte, briccone?" - mi disse appena entrata, tenendo in mano un sacchetto con scritto su 'Buon Compleanno'
"Marta, lo sai...non è un buon momento..." - le avevo detto, cercando di tagliar corto - "...cosa mi volevi dire?"
Si sedette sul letto accanto a me e, continuando a guardarmi con un gran sorriso sornione, mi canticchiò: "Tadaaa! Regalo di compleanno per il bricconcello dormiglione".

Mi porse il sacchetto chiedendomi di aprirlo. Marta mi conosceva pochissimo, sapevo che non aveva la più vaga idea di quelli che erano i miei gusti, era improbabile che riuscisse ad azzeccare un regalo per me. Malgrado tutto decisi di accontentarla.
Dentro al sacchetto, avvolto in una carta semitrasparente c'era un oggetto di plastica che somigliava abbastanza ad una torcia. Guardai l'oggetto un po' stranito, mentre Marta continuava a guardarmi sorridendo.

Incapace di capire cosa fosse le chiesi: "Cos'è? ...una torcia?"
Lei, continuando a sorridere mi rispose: "Acqua..."

Decisi di darglielo, visto che non ero riuscito a comprendere come si aprisse. Lei, con fare sicuro, afferrò quello che doveva essere il tappo e lo svitò rapidamente. Rimasi di sasso quando realizzai di cosa si trattava: era praticamente un giocattolo erotico: il tappo nascondeva una sorta di vagina di silicone dentro cui ci si poteva infilare il pene per poi massaggiarlo facendo su e giù con quel coso.

"Marta, io...continuo a non capire" - le dissi.
"Ti piace?" - mi chiese.
"Ma cosa ti è saltato in mente?" - risposi - "Credi davvero che io abbia bisogno di questo coso?"
"Dài, non mi dire che non ti masturbi mai?" - ridacchiò - "Lo vedo come mi guardi quando giro per casa. Dubito che riesci a tenere a bada l'attrezzo che ti ritrovi tra le gambe"
"Marta...tu sei fuori...ti rendi conto che mi stai dando del segaiolo!?" - il tono della mia voce lasciava trasparire risentimento.
"Non dire scemenze. Stai arrivando da solo a queste conclusioni. ...provalo!" - mi disse, porgendomelo.

Se l'oggetto che mi aveva regalato mi aveva lasciato basito, quella sua proposta folle mi provocava un imbarazzo che dire tremendo era alquanto riduttivo.

"Starai scherzando, vero? Posso capire che ti voglia prendere gioco di me con questo coso, deridermi perchè la mia ragazza mi ha lasciato ma..."
"Provalo!" - mi interruppe guardandomi seriamente.
"Marta! Smettila...ti rendi conto di cosa mi stai chiedendo?" - cercai invano di farla ragionare mentre sentivo avvampare il mio viso.
"Provalo!" - continuò ad insistere.
"Marta!" - urlai ancora una volta.
"Ascolta. Mi spiace che la ragazza ti ha lasciato. Anche io ho avuto la tua età e so che se non si tengono a bada i bollenti spiriti si rischia di perdere la lucidità. E perdere la lucidità porta a fare scelte sbagliate. Metti che ti ritrovi davanti la ragazza con cui ti piacerebbe stare...infoiato come sei di sicuro ti scapperà qualche battuta infelice riducendo le chance di conquistarla...capisci cosa voglio dire?" - sebbene contorto, il suo ragionamento aveva una certa logica
"Mi stai dicendo in pratica che sono troppo eccitato per essere capace di conquistare una ragazza?" - le chiesi
"Ho avuto anche io diciannove anni. Sono infoiata adesso che ho 42 anni suonati, figurati quando avevo la tua età. E' una cosa normale, un'esigenza fisica...Se non ti sfoghi oltre a rischiare di perderti certe occasioni rischi di accontentarti con la prima che passa, rischi di ripiegare su ragazze che ti piacciono di meno e scendere a compromessi. Dài...provalo!" - Marta continuava ad insistere.
"Ok Marta...lo proverò" - cercai di liquidarla con questa promessa.
"No, no, no, no, bricconcello. Voglio che lo provi adesso." - disse perentoria.
"Marta! Ma sei fuori? Qui...con te?" - cercai di protestare.
"E' un problema per te? Quando giro per casa mi spogli con gli occhi, ti vegono certe erezioni...insomma, non fai nulla per nasconderle e adesso improvvisamente
ti metti a fare il timido con me? ...vuoi forse che ti faccia vedere come si fa?" - mi disse con tono serissimo.

Tirò via le coperte e raggiunse con le mani l'elastico dei pantaloni del mio pigiama.

"No, ferma! MARTA!" - urlai cercando disperatamente di fermare le sue mani

Lottammo per qualche minuto. Marta ebbe la meglio: mi tirò giù i pantaloni e le mutande, lasciandomi con il sesso semieretto di fuori. Portai le mani al viso cercando di non guardare.

"Marta...ti prego, smettila...se ci becca papà?" - le dissi con rassegnata disperazione
"Tuo padre è fuori per lavoro" - disse prendendo in mano il mio membro massaggiandolo per farlo diventare ancora più duro.

Lasciò andare per un attimo il giocattolino sul letto per estrarre dal sacchetto una scatolina che doveva far parte del regalo. Dentro c'era un flaconcino con un dosatore, era uno di quei gel lubrificanti che normalmente si usano durante i rapporti sessuali. Ne spruzzò un po' sul mio sesso in piena erezione, usando le dita per spalmarlo bene sul glande e su tutta l'asta.

"Ecco qua." - disse soddisfatta prendendo il giocattolino tra le mani - "...e adesso vediamo che mi dici del mio regalino"

Puntò il mio pene all'imboccatura del giocattolo e cominciò a spingere verso il basso. La sensazione fu abbastanza piacevole. Non era identica a quella della penetrazione di una vagina vera, ma sicuramente più piacevole di un massaggio con la mano. Lasciai che Marta si occupasse del giocattolino, incapace di muovermi e di articolare una parola. Le piacevoli sensazioni cominciarono a farmi rilassare. Mi lasciai sfuggire un gemito di piacere.

"...mmm...allora funziona..." - sussurrò soddisfatta Marta - "...vedo che ti stai rilassando"

Mi arresi. Iniziai ad ansimare e a farmi cullare da tutti quegli innumerevoli stimoli mentre sentivo avvicinarsi l'orgasmo. Tolsi le mani dagli occhi per cercare afferrare le lenzuola e cercare così di controllare gli spasmi di piacere che cominciavano a sconvolgere il mio corpo. Nel fare questo mi ritrovai a guardare Marta intenta a darmi piacere. Era rossa in volto, eccitata. Teneva lo sguardo fisso sul giocattolino mentre con entrambe le mani lo faceva scorrere sulla mia verga. Ad un certo punto alzò lo sguardo ed incrociò il mio. Leggere la tremenda lussuria nei suoi occhi mi spinse inesorabilmente all'orgasmo. Ogni muscolo del mio corpo si contrasse allo spasmo mentre venivo come mai mi era successo. Scaricai dentro il giocattolino numerosi fiotti di sperma che iniziarono a colare ai lati dell'imboccatura sul mio pube.

Nel vedermi in quello stato Marta perse improvvisamente ogni inibizione e, tolto il giocattolino dal mio pene, usò la sua bocca per leccare avidamente le gocce di sperma che erano rimaste sul mio glande e sull'asta. Rimasi impietrito

"Marta..." - le sussurrai con un filo di voce, incapace di fermare la sua furia.
"Sei un perveso porcellino..." -  cinguettò eccitata - "...i tuoi gemiti mi hanno fatto eccitare e adesso sono tutta bagnata"

In meno di un istante si tolse gli short e le mutandine e si mise su di me.

"Porco...sei un porco." - cominciò a sussurrarmi iniziano a muovere freneticamente il suo bacino su di me, strusciando il suo sesso sul mio addome
"...non sai quante volte mi sono sditalinada come una matta al pensiero di come fottevi la tua ragazza....cosa ti credi? Che non vi sentivo mentre scopavate? Credevi forse che rimanessi indifferente nel sentire come te la sbattevi in camera tua? Credevi che non sentissi i gemiti di quella troia? Pensavi che fossi indifferente a quell'attrezzo che hai tra le gambe e che non riuscivi a nascondere mentre ti giravo intorno?" - Marta era impazzita, non capivo se stesse delirando o se era stata davvero capace di spiarmi

Con una mano raggiunse il mio sesso tornato nuovamente in erezione e, posizionatasi sopra di me si impalò e iniziò a cavalcarmi con foga

"Fammi godere come facevi godere quella troia!" - continuava ad incitarmi mentre la sentivo già prossima all'orgasmo.

Venne gemendo come una maiala in calore. Si accasciò su di me ancora infoiata. Prese a stuzzicarmi la bocca con le sue labbra.

"Baciami..." - cominciò a sussurrarmi - "...ficcami la lingua in bocca come facevi con lei..."

Marta era un torrente in piena ed io un semplice legnetto incapace di resistere al suo impeto. Cominciai a rispondere ai suoi baci con foga crescente. Lei si staccò un attimo per togliersi il top e il reggiseno, per poi tornare ad avventarsi famelica su di me. Ci scambiammo un bacio appassionato, come quello che mi aveva visto dare alla mia ragazza spiandomi. La mia lingua cominciò a lottare contro la sua. Le afferrai i seni e cominciai a torturarle i capezzoli. Marta, ormai in preda ad una sorta di delirio perverso, aveva iniziato ad usare i denti per mordermi le labbra, il mento e infine il collo.

"Porco, sei un maledettissimo porco" - mi sussurrava mentre il suo bacino aveva nuovamente preso vita ed era tornato a muoversi su di me.
"Scopami, maiale...scopami come facevi con lei...fammi venire come una troia" - continuava a ripetermi ormai fuori controllo.

Iniziai a rispondere ai movimenti del suo bacino con il mio. Ne venne fuori una cavalcata pazzesca.
Il suono del mio pube che sbatteva contro il suo, i gemiti cadenzati della sua voce mescolati al mio ansimare, i suoi capezzoli duri torturati dalle mie mani: era tutto pronto per l'apoteosi finale.

Fu Marta la prima a perdere il controllo e a venire. Mi urlò tutto il suo piacere dentro le orecchie, trascinandomi con lei verso l'apice del piacere. Questa volta non era silicone quello in cui schizzavo il mio sperma ma rovente carne vera. Spinsi il mio sesso con decisione nelle viscere di Marta, accompagnando l'orgasmo con un forte gemito.

"Vienimi dentro, vieni dentro la tua Marta" - continuava a sussurrarmi con la voce rotta dal piacere mentre si sentiva riempire - "Sborrami dentro, riempimi la fica!"

Restammo immobili uno sull'altro per un tempo che mi sembrò infinito.

"Hai ragione...non hai bisogno di quel giocattolino..." - mi disse con un fil di voce mentre tentava di controllare il respiro affannoso.
"Cosa vuoi dire, Marta?" - le chiesi mentre facevo scorrere le mie mani sulla sua schiena unendo con le dita le gocce del suo sudore come se fosse un rompicapo
"Voglio essere io il tuo giocattolino di carne...il tuo regalo di compleanno...se per te va bene." - mi rispose

Voi al mio posto avreste accettato?

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