Eva, una scomoda verità

Cosa potrebbe accadere se scoprissi che la figlia del mio migliore amico ha iniziato a esercitare la professione più vecchia del mondo? Ecco la storia (di fantasia) di Joe.

N. B. I protagonisti si intendono maggiorenni e consenzienti

Ho voglia di far sesso. Ne ho così tanta da non poter aspettare di incontrare una donna da corteggiare, conquistare e infine possedere. La mia ex moglie mi ha portato via tutto: i soldi, la casa, la voglia di amare, ma non quella di far sesso. Troppo poco me ne ha dato di sesso, troppa sete mi ha lasciato addosso. E adesso che sono libero, ne ho una smaniosa voglia.

Comincio a cercare sui siti di incontri, a girare inutilmente tra gli annunci di donne in cerca. Voglio sesso, subito, anche a pagamento. Finisco su un sito di escort: donne bellissime, calde, disinibite e disponibili a raggiungermi ovunque sia senza problemi. Sono sul punto di sceglierne una quando di colpo il mio sguardo viene attirato dall'immagine di una donna. Il suo aspetto mi è familiare, mi ricorda qualcuno. Clicco sul suo profilo e, con estremo sgomento, apprendo che si tratta di Eva, la figlia diciottenne di Jim, il mio migliore amico.

Eva l'ho vista nascere, l'ho tenuta tra le braccia, l'ho vista crescere, muovere i suoi primi passi, sentire le sue prime parole, sbocciare come un fiore delicato e diventare una splendida signorina. Immaginarla adesso vendere il suo corpo mi provoca un profondo disgusto. Chiudo il pc, ancora incredulo per quanto ho appena visto. La voglia di sesso se n'è andata a farsi benedire, sostituita dal senso di colpa per aver cercato amore a pagamento e aver trovato qualcosa che non avrei mai voluto vedere tra quelle pagine.

Sono ancora indeciso su cosa fare, su cosa dire a Jim, su come comportarmi con lui e con sua figlia Eva a cui voglio bene come una figlia. Penso che la prima cosa da fare è andare a casa di Jim. Proverò a pensare nel frattempo cosa dirgli, cercherò le parole giuste per non ferirlo, facendogli affrontare la realtà nel modo meno doloroso possibile. Arrivo davanti la porta di casa sua senza riuscire a trovare alcuna idea e alcun discorso da fare. Busso e attendo che qualcuno mi venga ad aprire. Un brivido mi percorre la schiena quando vedo sulla porta Eva.

"Ciao Joe!" - mi saluta con allegria - "Come mai da queste parti?"
"Devo parlare con Jim." - le dico con tono grave
"Non è in casa." - mi risponde, mentre sul suo volto inizia a trasparire apprensione - "Qualcosa non va?"
"No...cioè sì...è una cosa che riguarda te" - farfuglio in preda alla confusione.

Eva si fa indietro facendomi spazio per lasciarmi entrare. Dopo aver chiuso la porta dietro di sè mi segue in silenzio in salotto e si siede sul divano accanto a me. Non so da dove iniziare e cosa dire, non so quali parole usare. Sono confuso.

"Allora?" - mi chiede con sguardo interrogativo mentre nel frattempo la confusione regna sovrana nella mia mente.
"Eva, io...ho visto le tue immagini su un sito di escort." - le dico, decidendo di andare subito al sodo.
"E quindi?" - mi risponde come se fosse la cosa più naturale di questo mondo.
"Eva...perchè? Perchè l'hai fatto? Hai bisogno di soldi? Ti sei cacciata nei guai? Hai qualcuno che ti ricatta?" - le chiedo cercando di risparmiarle il predicozzo.
"Joe, sono maggiorenne, adulta e vaccinata. Non ho bisogno di soldi nè ho problemi di nessun tipo. Lo faccio perchè mi piace." - mi risponde senza esitare.
"Ma non è morale!" - sbotto, incapace di accettare quello che mi ha appena detto.
"Morale? Mi vieni a parlare tu di morale? Tu che vai girando siti del genere te ne esci con la storia della morale?" - Eva mi risponde con tono sarcastico
"Ma..." - provo a obiettare, mentre l'espressione di Eva è ormai furiosa
"Ma che? A te è permesso di fare il puttaniere e io non posso fare la puttana? Siamo forse tornati nel medioevo?" - continua ad incalzarmi con domande dalla risposta scontata
"Non è giusto nei confronti di tuo padre, dei tuoi!" - cerco di protestare inutilmente

Alle mie parole Eva inizia ad inveire contro di me, contro suo padre e sua madre. Mi urla che nessuno può dirle cosa deve o non deve fare, che non le si può parlare di morale se la predica viene da chi si comporta in modo immorale. Cerco di farla ragionare, dandole ragione a proposito del mio comportamento e ammettendo le mie colpe. Insisto sul fatto che i suoi non meritano quello che lei sta facendo. Eva piuttosto che calmarsi mi chiede se mi rendo conto di quel che sto dicendo.

"Credi forse che lui ti stia portando rispetto?" - mi dice fissandomi negli occhi - "Tu dovresti essere il primo a prendere a calci in culo quello stronzo di mio padre!"

Le parole di Eva mi lasciano a bocca aperta: è un vulcano in piena eruzione. Comincia a rivangare il passato, elencando tutte gli affronti che suo padre ha fatto a me nel corso degli anni. Menzogna dopo menzogna, Eva dipinge suo padre come un farabutto profittatore, incapace di una amicizia sincera nei miei confronti. Mi racconta poi di quante volte Jim mi ha mentito, di tutti i soldi che si è fatto prestare da me e che non mi ha mai restituito.

"Lo sai che non te li restituirà mai quei soldi, vero?" - Eva spinge il suo viso a pochi centimetri dal mio ringhiandomi con rabbia - "Sai che se li è giocati tutti a poker, insieme ai risparmi che avevano messo da parte per il mio futuro? Sai che manca solo che si giochi anche la casa dove viviamo?"

Improvvisamente il suo viso cambia espressione. Il suo sguardo diventa malizioso, sulla bocca le si disegna un sorriso perverso.

"Joe...da quanto tempo è che non scopi?" - la sua domanda mi lascia spiazzato esattamente come farebbe un fulmine a ciel sereno.
"Voglio dire..." - il tono della voce di Eva diventa di colpo sexy e perverso - "...potresti finalmente vendicarti, riprenderti un piccolo acconto di tutto quello che ti deve se..."

La sua bocca sfiora la mia, le sue intenzioni sono chiare ed inequivocabili: Eva vuole me. La vendetta che mi sta proponendo non è solo mia ma anche sua. Il suo profumo intenso mi inebria, il tocco delle sue labbra mi rapisce. Senza aver tempo di ragionare mi ritrovo a rispondere ai movimenti perversi della sua bocca. Mi perdo in un bacio appassionato in cui Eva libera la sua lingua nella mia bocca e afferrandomi il viso tra le sue mani ed impedendomi di fuggire. Ci baciamo con foga crescente per un tempo indefinito.

"Ti voglio" - inizia a sussurrarmi, alternando le parole ai baci focosi.

Si sdraia lentamente sul divano tirandomi su di sè, mi afferra una mano spingendomela tra le sue gambe, sotto la sua gonna. Vuole farmi sentire quanto è eccitata e quanto mi desidera, vuole che la tocchi e la faccia godere. Accarezzo il suo sesso trovandola incredibilmente bagnata.

"Leccami!" - mi sussurra di colpo spingendomi via da lei, tirando su la gonna e spalancando le gambe.

Mi inginocchio tra le sue gambe e mi fermo ad ammirare il suo sesso per un istante. Il suo pube, impreziosito da un soffice triangolo di peli scuri, termina sul clitoride duro ed eretto. Sotto, le grandi labbra, leggermente piegate verso l'esterno, sono gonfie e umide di piacere. Mi piego avvicinando la mia bocca al suo pube, bacio con delicatezza l'estremità superiore del triangolino di peli. Ma Eva non ha voglia di smancerie, non ha voglia di perdere tempo: mi afferra la testa con le mani spingendola con forza sul suo sesso in trepidante attesa di attenzione.

"Leccami, brutto porco!" - mi sussurra, incitandomi a leccarla con avidità - "Fammi godere!"

La accontento immediatamente, immergendo la mia lingua tra le pieghe del suo sesso e percorrendolo nella sua interezza dal basso verso l'alto. Il suo corpo risponde immediatamente al mio tocco: Eva agita il bacino e allarga ulteriormente le gambe per spingere ancora di più il suo sesso contro la mia bocca.
Comincio ad agitare la lingua muovendola in su e in giù. Eva in breve tempo comincia a gemere e a produrre copiosi succhi che piuttosto che dissetarmi, mi rendono ancora più affamato di sesso. Alterno vigorose lappate a leccate delicate spingendo lentamente Eva al parossismo. Quando finalmente dedico la meritata attenzione al suo clitoride, scateno in lei un improvviso e violento orgasmo. La sua bocca libera un lungo e intenso gemito, il suo corpo vibra di piacere, il suo pube spinge verso il mio viso, le sue mani si contraggono sulla mia testa. Eva resta immobile con la schiena inarcata e il corpo teso per un istante che mi sembra infinito. Infine collassa sul divano priva di forze, come se qualcuno avesse improvvisamente tolto l'alimentazione al suo corpo. Del suo orgasmo resta solo il suo affannoso respiro.

"Wow..." - sussurra - "...tra i puttanieri che ho conosciuto fino ad ora sei stato il più bravo a leccare".

Credo che Eva sia in vena di complimenti di circostanza, forse ripete la medesima cosa ad ogni suo cliente. A me poco importa. Dopo averla vista godere in quel modo, l'unico desiderio che ho addosso è quello di possedere il suo giovane corpo e godere anche io. Ho trovato finalmente un modo per sfogarmi, ho trovato una donna da possedere e non voglio perdemi l'occasione di scatenare quello che da troppo tempo ho represso. Libero il mio sesso già eretto e lo affondo dentro di lei senza tanti preamboli.

"Oh..." - Eva geme sorpresa - "...piano!" - mi sussurra cercando di tenermi a freno.
"E' poco professionale da parte tua cercare di fermarmi. O sei una troietta solo a parole?" - le dico affondando nuovamente dentro di lei.

Eva non riesce a rispondermi se non con un gemito. Affondo dentro di lei spingedo il mio sesso fino in fondo, facendo aderire il mio pube al suo e lasciando che i miei testicoli sbattano contro le sue natiche. Sono anni che non monto una donna, anni di sesso negato dalla mia ex moglie a cui sono stato fedele come un coglione, anni di fantasie e voglie represse. Adesso basta. Voglio scopare scaricando tutta la rabbia che ho dentro. Voglio fottere senza pietà la puttanella che ho davanti. Inizio a pistonarla tendendo allo spasimo tutti i miei muscoli, iniziando scuotere e percuotere il suo giovane corpo. Lei inizia quasi subito a gemere di piacere. Sa che non mi fermerò fin quando non sarò sazio, sa che non può fare altro che assecondare le mie voglie.

"Puttana!" - le urlo afferrandole la gola con una mano e aumentando il ritmo della scopata.

Sono fuori di me, privo di ogni controllo. Il volto di Eva è diventato paonazzo, i suoi gemiti sono diventati dei piccoli guaiti. Grugnisco di piacere liberando dentro di lei potenti schizzi di sperma. Sborro dentro di lei anni e anni di frustrazione, di stupido perbenismo, di falsi ideali. La bambina innocente che coccolavo tra le mie braccia è diventata una perversa troia, il mio migliore amico un figlio di puttana, la donna che amavo una sadica arpia. Il mio mondo è cambiato e non posso fare altro che adeguarmi e cercare di godere.

Privo di forze mi piego su di Eva, poggiando sul suo seno il mio volto. Sento il suo cuore battere all'impazzata, il suo respiro affannoso. Non so se ha goduto della scopata, ma in questo momento non è importante. Ho ancora voglia, desidero possederla di nuovo, di trascinarla per i capelli con me fino all'orgasmo. Recuperate le forze mi spoglio rapidamente e mi pongo su di lei allargandole le gambe e spingendole dentro la mia verga che nel frattempo ha ripreso turgore. Il mio volto deve essere spaventoso, intravedo un barlume di paura negli occhi di Eva. Ma adesso non posso farci nulla, è stata lei a liberare la belva dopo anni di prigionia. Comincio nuovamente a montarla spingendo il mio sesso disperatamente dentro di lei. Le afferro le gambe e le alzo portando i suoi piedi sulle mie spalle. Riprendo a fotterla facendo in modo che i miei testicoli sbattano con violenza sulle sue natiche.

Eva comincia nuovamente a gemere. Con le mani si stuzzica i suoi capezzoli per amplificare le sensazioni già intense di quella cavalcata. La stana risuona del piacere del nostro violento amplesso, del mio corpo che percuote il suo, dei suoi gemiti ritmati sempre più acuti. Raggiungiamo l'orgasmo insieme, io schizzando dentro di lei quanto mi è rimasto nei testicoli, lei gemendo e contraendo ritmicamente i muscoli della vagina, mungendo con forza la mia verga e accogliendo dentro di sè fino all'ultima goccia del mio sperma. Ci ritroviamo improvvisamente uno nelle braccia dell'altra a riprendere ancora una volta fiato.

"Erano anni che aspettavo questo momento..." - mi sussurra Eva ansimando - "...non sai quante volte ho desiderato che mi prendessi come hai fatto oggi"

Probabilmente quanto appena fatto con Eva è stato un terribile errore.
Di sicuro era l'inizio di un nuovo capitolo della mia vita.

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