Dedicato ad una donna che non ho mai potuto conoscere fino in fondo, un amore a distanza mai vissuto completamente, un amore platonico che giunto al culmine ha inspirato questa storia.
N.B. I protagonisti si intendono maggiorenni e consenzienti
La porta scorrevole si apre. Davanti ai miei occhi il vai e vieni concitato di gente,persone in attesa con un cartello tra le mani, mille occhi in cerca dell'amico o del parente in arrivo puntati addosso.
Tutto quel trambusto improvviso mi fa girare la testa: dopo tutte queste ore di viaggio e il jet lag mi sento spossato.
Cerco il tuo sguardo tra la gente senza riuscire a scorgerti.
Mi muovo senza meta trascinando la valigia dietro di me, evitando che gli altri passeggeri in arrivo mi travolgano.
Di tanto in tanto qualcuno urla di gioia e saluta chi esce da quella porta.
Non so dove sei, non so perchè non ci sei. Scuoto la testa cercando di scacciare la paura che ti sia successo qualcosa.
Punto una caffetteria cercando di soddisfare uno dei miei tre desideri: mangiare, dormire, vederti.
Mentre cammino improvvisamente sento un urlo, una voce che conosco fin troppo bene pronuncia il mio nome alle mie spalle.
Sorrido e mi giro nella direzione da cui proviene la voce. Non faccio in tempo a riconoscerti che già mi sei addosso.
Mi butti le braccia al collo saltandomi letteralmente in braccio.
Barcollo un po' mentre mollo la maniglia della valigia lasciandola cadere a terra e uso entrambe le braccia per stringerti.
Pronunci ancora una volta il mio nome. La tua voce a pochi centimetri dall'orecchio, i tuoi capelli neri sul mio viso, la fragranza di Carolina Herrera addosso.
E' tutto esattamente come avevo immaginato mille e mille volte durante le notti spese a chiacchierare con te,
durante quelle lunghe telefonate in cui ci raccontavamo e ri-raccontavamo tutto di noi.
Adesso sei qui, tra le mie braccia: il mio sole, la luce che è riuscita a scacciare le nuvole grigie dai miei giorni bui,
la mia ciambella di salvataggio in un mare in tempesta in cui per troppo tempo sono stato naufrago.
Ti sento tremare, provo a scostare per un attimo il viso dal tuo e mi accorgo che dai tuoi occhi chiusi piccole lacrime stanno cominciando ad uscire.
Cerco di scuoterti, pronuncio il tuo nome prima di darti un grosso bacio sulla guancia: "Giulia..."
Apri di colpo gli occhi e giri il volto nella mia direzione cercando la mia bocca con la tua.
Quante volte abbiamo promesso a noi stessi di rimanere amici? Quante volte abbiamo negato il sentimento forte che ci lega perchè consapevoli
che l'Atlantico tra di noi sarebbe stato un ostacolo troppo grande per poter parlare d'amore?
Rispondo al tuo bacio. Chiudo gli occhi e assaporo finalmente le tue labbra.
Adesso sono affamato di te. Muovo una mano sulla tua nuca, affondo le mie dita tra i tuoi capelli e schiudo le labbra liberando la mia lingua.
Rispondi al mio bacio con la stessa famelica voglia. All'unione delle nostre bocche segue quella delle nostre lingue.
Il tempo si ferma, le voci attorno a noi diventano sempre più attenuate.
Ci siamo solo noi: tu addosso a me con le braccia serrate attorno al mio collo, le gambe che cingono i miei fianchi, il tuo corpo stretto al mio,
la tua bocca contro la mia. Cerco di scolpire questo istante nella mia mente, giurando a me stesso di non dimenticarlo mai.
Non posso negare l'evidenza. Ti amo. Non posso fare a meno di farlo dopo aver scoperto che tra più di nove miliardi di persone possa esistere
una persona in grado di conoscere me meglio di me stesso.
Interrompiamo il bacio per tornarci a guardare, seppur desiderosi di continuare all'infinito. Mi sorridi mentre le lacrime hanno già percorso metà delle tue guance.
Ti stacchi da me posando nuovamente i piedi per terra, mi prendi il viso tra le mani e mi baci ancora una volta.
"Bienvenido" - mi sussurri sorridendo.
Mi chiedi dove stavo andando, ti rispondo che nell'attesa di incontrarti avevo provato a mettermi a caccia di cibo.
Decidiamo di andare in caffetteria e mettere qualcosa sotto i denti.
Non riesco a toglierti gli occhi di dosso, felice di averti accanto. Mi guardi, mi sorridi e di tanto in tanto arrossisci.
Mentre assapori il caffè fumante vedo i tuoi occhi perdersi, guardare nel vuoto. Stai pensando al quel bacio che ci siamo dati, a quell'improvvisa e incontrollata
follia frutto dell'incontenibile gioia di vederci dopo mille anni, dopo mille chat, dopo mille telefonate.
Sfioro la tua mano sul tavolino, il mio tocco ti fa tornare alla realtà. La paura che io possa leggerti la mente e possa scoprire a cosa stai pensando ti fa sorridere e arrossire.
Ho un nodo in gola, non sono capace di dirti quello che provo: ancora una volta sono tanto sfacciato e disinvolto a scriverti in chat quanto imbranato a parlarti di persona.
Dopo quel fantastico bacio entrambi ci sentiamo impacciati come due ragazzini alla prima cotta.
Terminato di mangiare ci alziamo e ci dirigiamo verso il parcheggio. Raggiungo la tua mano con la mia e la stringo forte mentre camminiamo.
Mi guardi sorridendo, riesco a percepire la tua felicità: ti vedo così leggera che sembra tu stia camminando senza sfiorare il suolo.
Nell'ora di macchina che ci separa dall'aeroporto a casa tua riusciamo a sciogliere un po' le nostre lingue.
Rompi il ghiaccio chiedendomi come è andato il viaggio e da lì iniziamo a parlare e scherzare come abbiamo fatto sempre in chat.
Arriviamo a casa tua e dopo essere saliti da te ci accomodiamo in cucina.
Stappi una bottiglia di vino rosso e me lo offri, sicura che l'alcol riuscirà a scacciare via da entrambi l'imbarazzo e la timidezza.
Mi chiedi se mi va di ascoltare un po' di musica. Sai che io vivo di musica, ti rispondo che va benissimo qualsiasi canzone.
Le note di Gary Moore e della sua Still Got The Blues cominciano a diffondersi nella stanza.
Dopo aver sorseggiato un po' di vino e posato il bicchiere sul tavolo ti avvicini a me con sorriso sornione: vuoi ballare, vuoi sfregare il tuo corpo contro il mio.
Bevo un paio di sorsi del nettare rosso che mi hai servito e abbandono anche io il bicchiere sul tavolo per poter usare le mie mani su di te.
Ti stringo mentre ci muoviamo lentamente.
Ancora una volta il tuo profumo riempie le mie narici mentre i tuoi occhi marroni continuano a fissare i miei.
Ancora una volta le nostre bocche tornano ad unirsi, finalmente torniamo a baciarci con la medesima passione del nostro primo incontro in aeroporto.
Le mie mani scorrono lungo la tua schiena mentre le tue stringono il mio viso.
Mi stacco un istante da te per tornare a guardarti negli occhi, la cosa che amo di più di te.
Il tuo sguardo è cambiato, leggo passione, voglia di fare l'amore.
Mi spingi lentamente indietro fino ad arrivare al divano. Mi lascio cadere su di lui mentre tu mi sali sopra, ti inginocchi su di me e mi spingi contro lo schienale.
La tua bocca si avventa nuovamente sulla mia, mentre le tue mani scivolano sul mio petto alla ricerca di un varco tra i vestiti sulla mia pelle.
"Quitame todo...quiero hacer el amor ya!" - mi sussurri con gli occhi infuocati.
Improvvisa la voglia di fare l'amore, di sentire la mia pelle contro la tua, corrisponde ai miei stessi desideri.
Ci spogliamo rapidamente facendo cadere i vestiti accanto il divano e e torniamo a sfiorarci senza più alcuna barriera.
Uniamo i nostri corpi nudi in quello che sarà il primo di una lunga serie di amplessi.
Entrare dentro di te, sentirmi avvolto dalla tua carne, mentre la tua bocca continua a torturare le mie labbra, è una sensazione inspiegabile.
Non sai quante volte ho sognato questo momento, quante volte ho immaginato di sussurrare il tuo nome mentre ti muovi su di me e mi trascini lentamente
in una spirale di piacere sempre più intenso.
Le tue unghia continuano a scivolare sul mio petto mentre il tuo corpo fa su e giù sul mio in modo sempre più frenetico.
Il tuo respiro affannato diventa una sequenza ritmata di gemiti che interrompono il nostro bacio.
Ed eccoti lì, godere di me, godere del nostro amore, all'apice del piacere che urli con forza il mio nome.
Non riesco a trattenere le ondate di piacere che mi provochi, ogni buon proposito di resistere è vano.
Ti stringo a me mentre affondo il mio sesso dentro di te e lascio libero il mio seme dentro di te.
Anche io urlo il tuo nome mentre mi si annebbia la vista e il piacere mi sconvolge.
Folle amore, il nostro, capace di vincere anni di lontananza, chilometri di distanza.
Adesso i nostri corpi uniti sembrano sigillare per sempre con un orgasmo la nostra unione.
Dopo migliaia di giorni e migliaia di chilometri, finalmente tu, Giulia.