La visita specialistica di Margherita (completo)

Il racconto che segue nasce dalla corrispondenza tra una lettrice, suo marito e il sottoscritto; si incentra su una fantasia molto ricorrente della signora desiderosa di diventare la docile e sottomessa paziente di un affermato professionista.

N.B. I protagonisti del racconto si intendono maggiorenni e consenzienti

Il mestiere del medico non è una professione molto facile.
Non è sufficiente studiare tanti anni, impegnarsi nella scienza della medicina già complicata di suo, ma è necessario acquisire la capacità
di mettere a proprio agio io paziente e fare in modo che arrivi a fidarsi ciecamente di te.
Se prima dell'avvento di internet la cosa non era facile, con l'arrivo di siti web specializzati in medicina che andrebbero consultati solo dagli addetti ai lavoro ma che vengono usati da persone inesperte che spesso travisano quello che leggono, per un medico riuscire a conquistare la fiducia di un paziente è diventata un'impresa impossibile.

Adesso provate ad immaginare un uomo che ai giorni nostri intraprende la specializzazione della ginecologia: un'autentica follia se si pensa all'imbarazzo che molte donne provano nello spogliarsi davanti ad un uomo. Ebbene, io ho deciso di fare questa follia e dopo tanti sacrifici sono riuscito a costruirmi una buona reputazione. Ho cercato sempre di mettere al primo posto serietà e professionalità bilanciandola con un atteggiamento umano e comprensivo in modo da evitare di apparire troppo freddo e distaccato nei confronti delle mie pazienti ottenendo dei risultati soddisfacenti e, tramite il passaparola, un numero di pazienti che nel corso degli anni è andato aumentando. Per anni sono riuscito comportarmi in modo impeccabile riuscendo a non farmi influenzare dal fascino di alcune mie pazienti, finchè non ho conosciuto Margherita.

La prima volta che la incontrai fu in studio, era venuta insieme al marito Alberto su consiglio di una loro cara amica, una delle mie tante pazienti soddisfatte dalle cure e dalle attenzioni del sottoscritto.
Era un giorno di primavera e, vuoi per il caldo, vuoi per la bella stagione, mi sentivo addosso quella voglia tipica di qualsiasi essere adulto che non fa sesso da alcuni giorni. La mia compagna si trovava fuori città da alcuni giorni per cui ero stato costretto a placare le mie voglie in modi alternativi, senza però essere riuscito a rimanere completamente soddisfatto. Aggiungete il fascino di una bella donna e alcuni piccoli imprevisti che vi andrò a raccontare e capirete il perchè di quello che è successo.

Come sono solito con i nuovi clienti, diedi loro il benvenuto facendoli accomodare in una stanza che ho cercato di arredare per farla sembrare un ambiente accogliente e casalingo, una sorta di salone di casa, piuttosto che un freddo e sterile ambiente ambulatoriale. Era l'ultimo appuntamento della giornata, la mia assistente era già andata via per cui sarei stato io a fare "gli onori di casa". Offrìi loro da bere e dopo averli fatti accomodare su un comodo divano ed essermi seduto su una poltrona di fronte a loro chiesi il motivo della visita. Margherita prese la parola e, sebbene inizialmente impacciata, cominciò a spiegarmi cosa l'avesse spinta a venire nel mio studio: da diversi mesi soffriva di alcuni disturbi che il suo ginecologo aveva classificato come normali, aveva però letto su internet che alcuni sintomi però potevano essere un campanello d'allarme per patologie molto serie per cui, dopo essersi confidata con questa sua cara amica, aveva deciso di sentire il parere di un altro medico, cioè il sottoscritto.

La ascoltai fissandola a lungo negli occhi e, senza rendermi conto, la mia mente cominciò a concentrarmi sui lineamenti del suo viso. Le forme aggraziate, lo sguardo intenso, la voce suadente: Margherita aveva tutte le caratteristiche che per me definiscono quella che è una bella donna.
"Cosa ne pensa, dottore?" - terminò nel frattempo Margherita, aspettando una mia risposta.
Feci fatica a ritornare con i pensieri al lavoro, cercai di prendere tempo schiarendomi la voce ed evitando di balbettare cose insensate, dopodichè cominciai a spiegar loro quanto pericoloso fosse l'uso di internet quando cercano di informazioni relative alla medicina. Ne approfittai per raccontare un paio di aneddoti divertenti che erano capitati ad alcune mie pazienti "tecnologiche" facendo capire loro
seppur ridendo che ad un certo punto bisogna scegliere di dare fiducia ad un professionista o rischiare la vita affidandosi alla lettura di fesserie scritte su alcuni siti poco attendibili. Ottenni i risultati sperati facendo ridere entrambi e convincendoli di essere finiti in buone mani. Rimasi letteralmente folgorato dal sorriso e dalle risate di Margherita tanto che mi lasciai trascinare dalla sua risata quando normalmente nel raccontare tali aneddoti mi limito a sorridere.

"Non vuole essere un rimprovero, Margherita, approvo la sua decisione di voler sentire un altro parere e di non fermarsi a quello del mio collega, nonchè suo attuale medico, ma la prego: quando si parla di salute faccia sempre riferimento a dei professionisti"
Cercai di tornare sui disturbi che aveva accusato facendole domande più circostanziate e precise, convincendomi, come aveva fatto il mio collega che non ci fosse nulla di preoccupante. Decisi comunque di procedere con degli accertamenti che, dissi loro, avrei potuto farle direttamente nel mio studio. Proposi quindi a Margherita di seguirmi nella stanza dove solitamente esamino le mie pazienti dicendo ad Alberto che se preferiva poteva attenderci lì dove li avevo fatti inizialmente accomodare. Lasciai come al solito socchiusa la porta che divideva le due stanze in modo da tranquillizzare entrambi. Rimasto solo con Margherita le chiesi dunque di spogliarsi e di accomodarsi sul lettino accanto all'ecografo.

Per evitare di metterla troppo in imbarazzo le dissi che per tale tipo di esame era sufficiente rimanere con la biancheria intima addosso. Dopo qualche istante vidi Margherita da dietro il paravento uscire con indosso un paio di seducenti autoreggenti di colore nero finemente decorate e un completino intimo in pizzo coordinato che avrebbe fatto perdere la testa a qualsiasi uomo. In anni di carriera ho imparato a rimanere impassibile di fronte a qualsiasi tipo di abbigliamento intimo ma, come avevo già detto, quel giorno mi trovavo in una situazione particolare. Di fronte a quella splendida figura femminile feci fatica ad articolare le parole, dopo aver aperto e chiuso inutilmente un paio di volte la bocca senza emettere suono, decisi semplicemente di indicare a Margherita il lettino su cui distendersi.

Sentivo la bocca completamente asciutta, distolsi lo sguardo da lei alla ricerca della bottiglietta d'acqua che solitamente tenevo sulla scrivania, ma, con un movimento inconsulto della mano, urtai il portapenne rovesciandolo a terra. Il rumore del tonfo fu per certi versi provvidenziale, mi scosse da quello stato di eccitazione e torpore che avevo addosso e mi costrinse ad assumere dei comportamenti più professionali.
"Le chiedo scusa, Margherita..." - le dissi, cercando di esorcizzare l'accaduto - "...di solito con donne affascinanti come lei combino disastri peggiori!"
Mi rispose con un sorriso divertito. Dopo aver posto rimedio al disastro di penne sparse a terra,
bevvi velocemente dalla bottiglietta dopodichè mi avvicinai al lettino e accesi l'ecografo.
"Adesso veniamo a noi..." - dissi, prendendo in mano il contenitore del gel che si applica prima di usare l'ecografo.
"...Margherita, so che può sembrarle sfrontato ma...da questo momento vorrei darle de tu se non è un problema"
"Ma figurati!" - mi rispose sorridendo - "Non farti problemi"
"Ok...allora, adesso ti spalmerò questo gel sull'addome e sul ventre, è un po' appiccicoso e potrebbe darti fastidio ma serve per ottenere delle immagini più nitide sullo schermo..."
Un sorriso rilassato sul suo viso fu la sua silenziosa risposta affermativa. Così, come da prassi, iniziai a versarle un poco di gel sulla pelle e, indossati i guanti, iniziai a spalmarlo delicatamente.

Margherita allora chiuse gli occhi e, poggiata la testa sul lettino, iniziò a respirare lentamente. Quella che doveva essere una normale operazione di routine si trasformò in qualcosa di complicato: ancora una volta fui attratto dal suo viso e, mentre continuavo a spalmarle il gel, la mia mente veniva investita da immagini sempre più lussuriose. Mi ritrovai a immaginarmi sopra di lei, a possederla con forza fino a raggiungere l'orgasmo. Immaginai il mio sesso schizzare sul suo ventre il mio seme, di ritrovarmi a massaggiare la sua pelle allo stesso modo in cui stavo facendo in quell'istante con la mia mano. Immaginai il suo viso eccitato e soddisfatto nel vedere che mi aveva trascinato all'orgasmo. Evidentemente dall'espressione del mio viso doveva essere abbastanza chiaro quello che stavo pensando in quel momento visto che Margherita, riaperti gli occhi, era diventata rossa in volto. Ancora una volta la mia professionalità di medico stava andando a farsi benedire. Chiusi gli occhi, presi un profondo respiro e, schiarendomi la voce, cercai di riprendere in mano la situazione.
Presi la sonda dell'ecografo e poggiatola sull'addome di Margherita dissi sorridendo: "...vediamo cosa mi nascondi!"

Margherita mi guardò divertita. Le spiegai di volta in volta cosa fare per agevolare le operazioni previste da quell'esame. Cercai, come sono solito, di spiegarle cosa fossero le varie macchie che di volta in volta comparivano sullo schermo, rassicurandola che quanto mostrato faceva pensare che non ci fosse nulla di preoccupante. Riuscìi ad essere abbastanza convincente vista l'espressione rilassata sul viso di Margherita. Terminato l'esame le porsi alcuni fazzoletti per togliere il gel che le era rimasto sulla pelle e, dopo aver mandato in stampa alcune delle immagini che aveva registrato l'ecografo, spensi lo strumento e mi tolsi i guanti. Mi alzai per prendere qualche appunto sul taccuino che avevo lasciato sulla scrivania.
Prima che potesse rialzarsi dal lettino le chiesi sorridendo: "Già che ci siamo che ne dici se controlliamo la presenza di noduli al seno?"
"Ah beh, il medico qui sei tu..." - mi rispose ammiccando.
Ridemmo entrambi. L'atmosfera era tornata ad essere leggera. Ebbi come la sensazione di stare con un'amica che con una paziente.
"Bene, allora sono costretto a chiederti di rimuovere quel delizioso reggiseno che indossi" - le dissi senza far troppo caso alle parole che avevo usato.

Impiegai alcuni istanti per rendermi conto di quello che avevo appena detto. Avevo usato le parole "delizioso reggiseno"!
Quale medico serio oserebbe fare questo tipo di apprezzamenti ad una sua paziente?
Margherita probabilmente intuì il mio errore ma lo prese come un velato complimento riguardo ai suoi gusti nello scegliere la biancheria intima.
Si tolse dunque il reggiseno e con un sorriso sornione me lo mostrò dicendomi: "...ecco fatto, dottore. Lo vuoi tenere come ricordo?"
Iniziammo a ridere entrambi. Apprezzai molto lo spirito e la leggerezza con cui Margherita stava prendendo la visita. Mi avvicinai quindi a Margherita con l'intento di toccarle il seno.
In modo del tutto repentino ed inaspettato Margherita bloccò le mie mani con le sue esclamando: "Cosa fai, brutto maiale!?!?"

Strabuzzai gli occhi stupito. Margherita scoppiò a ridere come una matta. Una risata folle e trascinante alla quale seguì la mia. Dopo qualche minuto tornammo seri. Cominciai a sfiorare la pelle delle sue mammelle mentre Margherita, rilassatasi, tornò a chiudere gli occhi e a poggiare la testa sul lettino. Ancora una volta la mia mente venne travolta da immagini spinte. Iniziai a immaginare di succhiare avidamente i suoi capezzoli, di usare la mia bocca e la mia lingua sulla sua pelle. Preso dalla situazione non mi accorsi che le mie mani avevano iniziato a torturare i suoi capezzoli. Ipnotizzato dal respiro sempre più eccitato di Margherita e dal movimento del suo seno continuai a muovere i polpastrelli sulle areole stringendo di tanto in tanto i capezzoli ormai diventati irti e duri sotto le mie mani.
"Mmmmm...dottore..." - sussurrò mordendosi le labbra - "...non so che tipo di esame mi stai facendo ma lo trovo molto piacevole..."
Il suo bacino che iniziava a muoversi lentamente attirò la mia attenzione. Immaginai il mio membro iniziare a entrare ed uscire ritmicamente dentro di lei. Ancora una volta la situazione mi stava sfuggendo di mano. Bloccai il movimento delle mani e cercai di tornare ad assumere un atteggiamento serio.
"Ok Margherita...credo che per adesso possa andare bene così" - dissi schiarendomi la voce e alzandomi dallo sgabello accanto al lettino.
Un vistoso bozzo faceva capolino sui miei pantaloni: mi ero eccitato e una potente erezione premeva contro la stoffa dei miei pantaloni. Cercai di passare inosservato tornando a scrivere sul taccuino che avevo sulla scrivania. Margherita mi guardò con un sorrisetto complice seguito da una smorfia di disapprovazione. Sperai potesse capire: suo marito stava nell'altra stanza e, sebbene desiderassi possederla, non li conoscevo così bene da permettermi di essere poco professionale e lasciarmi andare in maniera spudorata.

Dopo essersi rivestita Margherita si venne a sedere alla scrivania e rimase in silenzio in attesa che finissi di scrivere.
"Vorrei rivederti..." - avevo iniziato a dirle.
"Anche io, possibilmente senza mio marito!" - rispose lei interrompendomi.
Sollevai lo sguardo per fissarla: il suo viso mostrava un sorrisino molto complice. Rimase in silenzio a fissarmi per qualche istante prima di scoppiare nuovamente a ridere.
"Ok, Margherita, da quello che ho visto è tutto ok...come dicevo prima, vorrei rivederti per farti un esame più approfondito, avrò bisogno di prendere un campione delle tue secrezioni vaginali per farle analizzare, ma devo anzitutto sentire la disponibilità del laboratorio di analisi prima di procedere. Lasciami un recapito telefonico e ti richiamo per fissare un appuntamento".
Raggiungemmo il marito Alberto nell'altra stanza a cui spiegai che non c'era nulla di cui preoccuparsi circa la salute della moglie ma che c'era ancora un esame al quale volevo sottoporla. Quando mi chiesero di pagare li congedai dicendo che ne avremmo parlato dopo aver completato gli esami.

Il giorno dopo chiamai il laboratorio e, ottenuta la disponibilità per eseguire l'esame delle secrezioni vaginali, chiamai Margherita per prendere un appuntamento. Margherita mi rispose con una voce allegra, dicendomi che avrebbe spostato tutti i suoi impegni pur di non mancare all'appuntamento. Come era accaduto in precedenza, fissai la visita a fine giornata in modo da poter stare da solo con lei. Ancora una volta il suo affascinante sorriso ebbe la meglio sul mio autocontrollo: quando si presentò in studio rimasi a fissarla per qualche istante con la faccia da ebete.
"Allora? Non mi offri da bere?" - mi chiese, ammiccando.
Ripresi velocemente in mano le redini: "No, prima il dovere e poi il piacere..." - le risposi con tono semiserio
"...la strada la conosci" - aggiunsi facendole l'occhiolino
Senza aggiungere altro Margherita entrò nell'ambulatorio, andò a spogliarsi e si distese sul lettino mentre io iniziai a preparare la provetta e il tampone che mi sarebbero serviti per raccogliere il campione.
"Forse è stato meglio che tu sia venuta da sola questa volta visto che l'operazione potrebbe essere un po' imbarazzante" - le dissi senza guardarla.
"...imbarazzante per chi?" - mi rispose sorridendo - "Fino ad ora quello più impacciato sei stato tu...ma siamo sicuri che sei un ginecologo?"
Margherita iniziò a ridere di gusto e io non potetti fare altro che assecondarla con le mie risate.

"Ok signora non-mi-imbarazzo-di-nulla, adesso dovresti spalancare le gambe." - le dissi posizionando le staffe del lettino che servono a poggiare i piedi quando la paziente sta a gambe divaricate.
Margherita si posizionò nel modo in cui le avevo chiesto attendendo che mi avvicinassi a lei. Quando la guardai in mezzo alle gambe rimasi stupito: indossava ancora le mutandine.
"Ehm...mi spiace Margherita, questa volta ti tocca togliere anche le mutandine" - le dissi cercando di non farglielo pesare troppo.
"Ah, quindi non me le strapperai a morsi?" - mi rispose prontamente ridendo.
Adoravo i suoi modi, adoravo la sua battuta pronta, il suo modo intelligente ed elegante di dissacrare: Margherita era quel tipo di donna che io reputo 'pericolosamente attraente'. Mentre si toglieva le mutandine e metteva in mostra il suo sesso rasato mi ero posizionato con lo sgabello tra le sue gambe iniziando a studiare la sua vulva.

Come da procedura, indossati i guanti, cominciai a toccarle le parti intime realizzando che non c'erano secrezioni vaginali. Ero dunque costretto a carezzarla in modo più spregiudicato affinchè si eccitasse un po'. Percorsi con le dita più volte le grandi labbra in su e in giù per poi concentrare la pressione dei polpastrelli sul clitoride. Il volto di Margherita si fece serio: non si aspettava che la carezzassi in quel modo costringendola a eccitarsi. Un po' per dovere, un po' per divertimento, continuai con le carezze intime in modo da ottenere più secrezioni del dovuto. Con il passare del tempo il respiro di Margherita era diventato corto ed eccitato mentre la sua vulva era ormai completamente fradicia. Spinto da una improvvisa voglia di vendicarmi a proposito della storia dell'imbarazzo, dopo aver preso con il tampone il campione che mi serviva e aver sigillato la provetta tornai a dedicarmi al suo clitoride.
Cominciai a masturbarla in modo sempre più deciso, usando di tanto in tanto le dita per penetrarla e massaggiarle quello che doveva essere il suo punto G. Margherita iniziò a gemere e a contorcersi perdendo poco a poco il controllo del suo corpo. Portò le mani al petto e iniziò a torturarsi il seno da sopra la stoffa. Poi, avida e vogliosa di piacere più intenso abbandonò ogni remora e, sfilatosi il reggiseno usò i polpastrelli sui capezzoli per amplificare ulteriormente il piacere che le stavo dando.Il giorno dopo chiamai il laboratorio e, ottenuta la disponibilità per eseguire l'esame delle secrezioni vaginali, chiamai Margherita per prendere un appuntamento.
Margherita mi rispose con una voce allegra, dicendomi che avrebbe spostato tutti i suoi impegni pur di non mancare all'appuntamento.
Come era accaduto con il precedente appuntamento, fissai la visita a fine giornata in modo da poter stare da solo con lei.
Ancora una volta il suo affascinante sorriso ebbe la meglio sul mio autocontrollo: quando si presentò in studio rimasi a fissarla per qualche istante
con la faccia da ebete.
"Allora? Non mi offri da bere?" - mi chiese, ammiccando.
Ripresi velocemente in mano le redini: "No, prima il dovere e poi il piacere..." - le risposi con tono semiserio
"...la strada la conosci" - aggiunsi facendole l'occhiolino
Senza aggiungere altro Margherita entrò nell'ambulatorio, andò a spogliarsi e si distese sul lettino mentre io iniziai a preparare la provetta e il tampone
che mi sarebbero serviti per raccogliere il campione.
"Forse è stato meglio che tu sia venuta da sola questa volta visto che l'operazione potrebbe essere un po' imbarazzante" - le dissi senza guardarla
"...imbarazzante per chi?" - mi rispose sorridendo - "Fino ad ora quello più impacciato sei stato tu...ma siamo sicuri che sei un ginecologo?"
Margherita iniziò a ridere di gusto e io non potetti fare altro    che assecondarla con le mie risate.

"Ok signora non-mi-imbarazzo-di-nulla, adesso dovresti spalancare le gambe." - le dissi posizionando le staffe del lettino che servono a poggiare i piedi quando
la paziente sta a gambe divaricate.
Margherita si posizionò nel modo in cui le avevo chiesto attendendo che mi avvicinassi a lei.
Quando la guardai in mezzo alle gambe rimasi stupito: indossava ancora le mutandine.
"Ehm...mi spiace Margherita, questa volta ti tocca togliere anche le mutandine" - le dissi cercando di non farglielo pesare troppo
"Ah, quindi non me le strapperai a morsi?" - mi rispose prontamente ridendo.
Adoravo i suoi modi, adoravo la sua battuta pronta, il suo modo intelligente ed elegante di dissacrare: Margherita era quel tipo di donna
che io reputo 'pericolosamente attraente'.
Mentre si toglieva le mutandine e metteva in mostra il suo sesso rasato mi ero posizionato con lo sgabello tra le sue gambe iniziando a studiare la sua vulva.

Come da protocollo, indossati i guanti, cominciai a toccarle le parti intime realizzando che non c'erano secrezioni vaginali.
Ero dunque costretto a carezzarla in modo più spregiudicato affinchè si eccitasse un po'.
Percorsi con le dita più volte le grandi labbra in su e in giù per poi concentrare la pressione dei polpastrelli sul clitoride.
Il volto di Margherita si fece serio: non si aspettava che la carezzassi in quel modo costringendola a eccitarsi.
Un po' per dovere, un po' per divertimento, continuai con le carezze intime in modo da ottenere più secrezioni del dovuto.
Con il passare del tempo il respiro di Margherita era diventato corto ed eccitato mentre la sua vulva era ormai completamente fradicia.
Spinto da una improvvisa voglia di vendicarmi a proposito della storia dell'imbarazzo, dopo aver preso con il tampone il campione che mi serviva
e aver sigillato la provetta tornai a dedicarmi al suo clitoride.
Cominciai a masturbarla in modo sempre più deciso, usando di tanto in tanto le dita per penetrarla e massaggiarle quello che doveva essere il suo punto G.
Margherita iniziò a gemere e a contorcersi perdendo poco a poco il controllo del suo corpo.
Portò le mani al petto e iniziò a torturarsi il seno da sopra la stoffa. Poi, avida e vogliosa di piacere più intenso abbandonò ogni remora e,
sfilatosi il reggiseno usò i polpastrelli sui capezzoli per amplificare ulteriormente il piacere che le stavo dando.
"Sì....sì....sì..." - cominciò a sussurrare pochi attimi prima dell'orgasmo cercando di aprire le gambe il più possibile e spingendo verso l'alto con il bacino.
Indescrivibile lo spettacolo di Margherita in preda agli intensi spasmi di piacere.
Rimasi ad ammirare il suo corpo mentre riprendeva fiato, sorridendo soddisfatto e immaginando di essere riuscito ad aver avuto la mia vendetta.
"...sei un maiale!" - mi sussurrò ancora ansimante - "...volevi vedermi venire per mettermi in imbarazzo?"

Colpito ed affondato.
In questo modo la mia vendetta perdeva il suo sapore e Margherita lo sapeva.
Aperti gli occhi e fissandomi con aria di sfida aggiunse: "...ci vuole ben altro per mettermi in imbarazzo."
I suoi occhi iniettati di sangue, il suo sorriso beffardo e quelle parole erano un palese invito a farle vedere di cosa sarei potuto essere capace.
Senza esitare un attimo mi tolsi i guanti e mi avventai con la bocca sul suo sesso con la stessa violenza con cui un leone affamato si avventerebbe su una
gazzella indifesa.
Iniziai a muovere la lingua facendola scorrere tra il clitoride e l'imboccatura della vagina.
Margherita in tutta risposta lanciò un urletto divertito, consapevole di quelle che erano le mie intenzioni.
Tornò a distendersi sul lettino abbandonandosi al piacere mentre io mi gustavo con avidità i succhi copiosi che produceva il suo sesso.
Alla bocca e la lingua aggiunsi presto le dita fancendo capitolare Margherita.
"...porc..." - cercò di insultarmi mentre veniva sopraffatta dall'orgasmo.
La melodiosa musica dei suoi gemiti e gli spasmi del suo corpo che danzava al ritmo che gli aveva imposto la mia lingua piuttosto che lasciarmi soddisfatto
moltiplicarono la mia voglia di lei.

E così, mentre Margherita giaceva inerme di fronte a me cercando di riprendersi dall'orgasmo appena provato, mi alzai in piedi e tirai fuori il mio sesso già eretto e pulsante.
Abbassai lentamente il lettino in modo da poter portare il suo pube all'altezza giusta e infine, senza tanti complimenti la penetrai.
Margherita sollevò la testa e sbarrò gli occhi, sorpresa da quello che avevo appena fatto.
Iniziai a muovermi dentro di lei senza esitare un attimo assetato di piacere com'ero.
Non ci volle molto affinchè l'iniziale meraviglia di Margherita venisse sostituita da piacevole e lussuriosa voglia di farsi possedere.
Il sogno di possedere l'affascinante donna che era Margherita si stava realizzando: aumentai gradatamente il ritmo e l'intensità dei colpi mentre lei,
tornata a carezzarsi il seno iniziava nuovamente a gemere di piacere.
Vedere il mio membro sparire nelle sue viscere per riapparire dopo qualche istante lucido e grondante dei suoi umori, sentire la sua voce eccitata,
vederla contorcersi dal piacere mi fecero rapidamente perdere il controllo.
Ebbi un'attimo di lucidità prima che l'orgasmo mi travolgesse completamente: volevo realizzare quella fantasia che avevo avuto quella volta in cui le avevo
spalmato il gel sulla pelle. Usciì da lei e iniziai a schizzarle il mio piacere addosso.
Copiose gocce bianche cominciarono a cadere sulla sua pancia, sul ventre e infine sul pube.
Soddisfatto ma non appagato di quello che avevo appena fatto mi andai a posizionare a lato del lettino e con le mani cominciai a carezzare la sua pelle
iniziandole a spalmare con delicatezza il mio seme su tutto il corpo.
Margherita si godette in silenzio quel trattamento credendo che l'amplesso fosse ormai giunto al termine.

Si sbagliava.

Raccolte tra le dita un po' delle gocce di sperma che non le avevo ancora spalmato, avvicinai la mano alla sua bocca.
"Assaggia." - le dissi con tono perentorio.
Margherita rispose docilmente aprendo la bocca e iniziando a leccare e succhiare le mie dita con voluttà.
Nel suo sguardo c'era ancora passione e lussuria: era pronta ad assecondare qualsiasi cosa le avessi proposto.
Infilai dunque le braccia sotto la sua schiena e le gambe sollevandola di peso per portarla nell'altra stanza, sul divano.
Dopo averla adagiata con cura sui cuscini andai verso la scrivania e aperto un cassetto tirai fuori la videocamera che posizionai in direzione del divano.
Margherita mi guardò un po' perplessa mentre avviavo la registrazione e iniziavo a spogliarmi.
"La volta scorsa tuo marito ci stava spiando eccitato attraverso la porta socchiusa...si toccava il pacco, probabilmente desiderava che ti possedessi davanti a lui..." - le spiegai

Sorrise, intuendo finalmente le mie intenzioni: dopo la visita avevo contattato Alberto e senza tanti giri di parole gli avevo raccontato
quello che avevo fatto finta di non vedere cercando di capire quali fossero le sue intenzioni.
Alberto non aveva esitato a confessarmi quanto gli piacesse l'idea di vedere un uomo che possedesse sua moglie davanti ai suoi occhi; sapendo che Margherita sarebbe
dovuta ritornare in studio mi aveva pregato di registrare quanto fosse accaduto tra me e lei.

Mi avvicinai a lei con il membro semieretto.
"Fammi vedere di cosa sei capace con quella boccuccia" - le dissi indicando il mio inguine mentre mi poggiavo leggermente contro il divano
Non se lo fece ripetere due volte: con fare famelico cominciò ad usare la sua bocca su di me, decisa a farmi tornare eccitato.
Allungai le mani tra le sue gambe per massaggiarle il sesso trovandola completamente fradicia: Margherita era eccitata, calda, vogliosa e remissiva proprio come desidero
che sia una donna sotto le coperte.
Così, tornato in piena erezione mi posizionai tra le sue gambe e la infilzai con un colpo secco.
Inizia sin da subito a darle colpi vigorosi e profondi godendo del suo corpo che vibrava e si agitava ad ogni mio movimento.
Margherita cominciò a gemere dopo pochi istanti. In preda al piacere perverso strinse le gambe attorno al mio corpo tirandomi a se e cercando la mia bocca con la sua.
Sugellammo quel focoso amplesso con un bacio perverso in cui le nostre lingue si aggrovigliarono con passione.
Continuai a possederla senza darle pace fino a sentirla nuovamente godere tra le mie braccia.
Decisi allora di abbandonarmi all'orgasmo, scaricando dentro di lei tutto il mio piacere fino all'ultima goccia.

Non ricordo quanto tempo passammo abbracciati su quel divano, ansimanti e appagati, ricordo però le sue mani sui miei capelli
il suo sorriso complice e privo di imbarazzo: Margherita aveva realizzato finalmente una sua fantasia proibita e, qualche ora dopo anche Alberto avrebbe
finalmente potuto godere della soddisfazione di vedere la sua donna posseduta con foga da un amante.
Altri incontri seguirono quello appena narrato: tra me, Margherita e il marito Alberto si era stabilita una complicità speciale.
In diverse occasioni lasciai assistere Alberto ai miei amplessi con Margherita che, con il passare del tempo, iniziai a possedere anche da dietro.
Arrivammo a sperimentare il rapporto a tre: Margherita con docilità e dedizione ci accolse entrambi dentro di lei godendo e gemendo di piacere mentre io e Alberto
quasi in sincrono le scaricavamo dentro il nostro piacere, ma questa è un'altra storia che (forse) vi racconterò.

"Sì....sì....sì..." - cominciò a sussurrare pochi attimi prima dell'orgasmo cercando di aprire le gambe il più possibile e spingendo verso l'alto con il bacino.
Indescrivibile lo spettacolo di Margherita in preda agli intensi spasmi di piacere. Rimasi ad ammirare il suo corpo mentre riprendeva fiato, sorridendo soddisfatto e immaginando di essere riuscito ad aver avuto la mia vendetta.
"...sei un maiale!" - mi sussurrò ancora ansimante - "...volevi vedermi venire per mettermi in imbarazzo?"
Colpito ed affondato. In questo modo la mia vendetta perdeva il suo sapore e Margherita lo sapeva.
Aperti gli occhi e fissandomi con aria di sfida aggiunse: "...ci vuole ben altro per mettermi in imbarazzo."
I suoi occhi iniettati di sangue, il suo sorriso beffardo e quelle parole erano un palese invito a farle vedere di cosa sarei potuto essere capace. Senza esitare un attimo mi tolsi i guanti e mi avventai con la bocca sul suo sesso con la stessa violenza con cui un leone affamato si avventerebbe su una
gazzella indifesa. Iniziai a muovere la lingua facendola scorrere tra il clitoride e l'imboccatura della vagina. Margherita in tutta risposta lanciò un urletto divertito, consapevole di quali fossero le mie intenzioni. Tornò a distendersi sul lettino abbandonandosi al piacere mentre io mi gustavo con avidità i succhi copiosi che produceva il suo sesso. Alla bocca e la lingua aggiunsi presto le dita fancendo capitolare Margherita.
"...porc..." - cercò di insultarmi mentre veniva sopraffatta dall'orgasmo.
La melodiosa musica dei suoi gemiti e gli spasmi del suo corpo che danzava al ritmo che gli aveva imposto la mia lingua piuttosto che lasciarmi soddisfatto moltiplicarono la mia voglia di lei.

E così, mentre Margherita giaceva inerme di fronte a me cercando di riprendersi dall'orgasmo appena provato, mi alzai in piedi e tirai fuori il mio sesso già eretto e pulsante. Abbassai lentamente il lettino in modo da poter portare il suo pube all'altezza giusta e infine, senza tanti complimenti la penetrai. Margherita sollevò la testa e sbarrò gli occhi, sorpresa da quello che avevo appena fatto. Iniziai a muovermi dentro di lei senza esitare un attimo assetato di piacere com'ero. Non ci volle molto affinchè l'iniziale meraviglia di Margherita venisse sostituita da piacevole e lussuriosa voglia di farsi possedere.
Il sogno di possedere l'affascinante donna che era Margherita si stava realizzando: aumentai gradatamente il ritmo e l'intensità dei colpi mentre lei, tornata a carezzarsi il seno iniziava nuovamente a gemere di piacere. Vedere il mio membro sparire nelle sue viscere per riapparire dopo qualche istante lucido e grondante dei suoi umori, sentire la sua voce eccitata, vederla contorcersi dal piacere mi fecero perdere il controllo. Ebbi un'attimo di lucidità prima che l'orgasmo mi travolgesse completamente: volevo realizzare quella fantasia che avevo avuto quella volta in cui le avevo spalmato il gel sulla pelle. Usciì da lei e iniziai a schizzarle il mio piacere addosso. Copiose gocce bianche cominciarono a cadere sulla sua pancia, sul ventre e infine sul pube. Soddisfatto ma non appagato di quello che avevo appena fatto mi andai a posizionare a lato del lettino e con le mani cominciai a carezzare la sua pelle iniziandole a spalmare con delicatezza il mio seme su tutto il corpo. Margherita si godette in silenzio quel trattamento credendo che l'amplesso fosse ormai giunto al termine.

Si sbagliava.

Raccolte tra le dita un po' delle gocce di sperma che non le avevo ancora spalmato, avvicinai la mano alla sua bocca.
"Assaggia." - le dissi con tono perentorio.
Margherita rispose docilmente aprendo la bocca e iniziando a leccare e succhiare le mie dita con voluttà. Nel suo sguardo c'era ancora passione e lussuria: era pronta ad assecondare qualsiasi cosa le avessi proposto. Infilai dunque le braccia sotto la sua schiena e le gambe sollevandola di peso per portarla nell'altra stanza, sul divano. Dopo averla adagiata con cura sui cuscini andai verso la scrivania e aperto un cassetto tirai fuori la videocamera che posizionai in direzione del divano. Margherita mi guardò un po' perplessa mentre avviavo la registrazione e iniziavo a spogliarmi.
"La volta scorsa tuo marito ci stava spiando eccitato attraverso la porta socchiusa...si toccava il pacco, probabilmente desiderava che ti possedessi davanti a lui..." - le spiegai.
Sorrise, intuendo finalmente le mie intenzioni: dopo la visita avevo contattato Alberto e senza tanti giri di parole gli avevo raccontato quello che avevo fatto finta di non vedere cercando di capire quali fossero le sue intenzioni. Alberto non aveva esitato a confessarmi quanto gli piacesse l'idea di vedere un uomo che possedesse sua moglie davanti ai suoi occhi; sapendo che Margherita sarebbe dovuta ritornare in studio mi aveva pregato di registrare quanto fosse accaduto tra me e lei.

Mi avvicinai a lei con il membro semieretto.
"Fammi vedere di cosa sei capace con quella boccuccia" - le dissi indicando il mio inguine mentre mi poggiavo leggermente contro il divano.
Non se lo fece ripetere due volte: con fare famelico cominciò ad usare la sua bocca su di me, decisa a farmi tornare eccitato. Allungai le mani tra le sue gambe per massaggiarle il sesso trovandola completamente fradicia: Margherita era eccitata, calda, vogliosa e remissiva proprio come desidero
che sia una donna sotto le coperte. Così, tornato in piena erezione mi posizionai tra le sue gambe e la infilzai con un colpo secco. Inizia sin da subito a darle colpi vigorosi e profondi godendo del suo corpo che vibrava e si agitava ad ogni mio movimento. Margherita cominciò a gemere dopo pochi istanti. In preda al piacere perverso strinse le gambe attorno al mio corpo tirandomi a se e cercando la mia bocca con la sua. Sugellammo quel focoso amplesso con un bacio perverso in cui le nostre lingue si aggrovigliarono con passione. Continuai a possederla senza darle pace fino a sentirla nuovamente godere tra le mie braccia. Decisi allora di abbandonarmi all'orgasmo, scaricando dentro di lei tutto il mio piacere fino all'ultima goccia.

Non ricordo quanto tempo passammo abbracciati su quel divano, ansimanti e appagati, ricordo però le sue mani sui miei capelli il suo sorriso complice e privo di imbarazzo: Margherita aveva realizzato finalmente una sua fantasia proibita e, qualche ora dopo anche Alberto avrebbe finalmente potuto godere della soddisfazione di vedere la sua donna posseduta con foga da un amante. Altri incontri seguirono quello appena narrato: tra me, Margherita e il marito Alberto si era stabilita una complicità speciale. In diverse occasioni lasciai assistere Alberto ai miei amplessi con Margherita che, con il passare del tempo, iniziai a possedere anche da dietro. Arrivammo a sperimentare il rapporto a tre: Margherita con docilità e dedizione ci accolse entrambi dentro di lei godendo e gemendo di piacere mentre io e Alberto quasi in sincrono le scaricavamo dentro il nostro piacere, ma questa è un'altra storia che (forse) vi racconterò.
 

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