Fantasia erotica durante un viaggio aereo.
Neanche dieci minuti che ci siamo messi in coda al gate che scatta il ritardo: mezz'ora.
Il dilemma di rimanere in fila o andarsi a sedere assale un po' tutti.
Davanti a me ci sei tu, giovane, sbarazzina, alla moda con il tuo gonnellino corto il tuo top viola, le cuffione imbottite al collo e il telefonino in mano.
La tua figura mi ricorda la mia prima fidanzatina; in fondo cos'è cambiato da allora?
Del gonnellino corto la fantasia e i colori, del top forse le dimensioni. Le cuffie al collo allora erano più piccole, meno tecnologiche, ma collegate al un lettore cd portatile riuscivano a rapirti allo stesso modo al ritmo del tormentone del momento. Probabilmente non erano capaci di isolarti completamente dalla realtà ma riuscivano a farti sognare ugualmente. Non c'erano i touch screen e gli smartphone, riviste o libri sostituivano degnamente i video di youtube, le chat e i tik tok...forse erano più utili al cervello, ma questa è una mia opinione personale.
Indietreggi senza curarti di chi ti sta dietro, ovvero il sottoscritto. Mi riporti dolorosamente alla realta pestandomi un piede.
Lancio un bestemmione a voce alta catturando l'attenzione tua e di parecchia altra gente.
Ti giri e mi guardi arrossendo: "...mi scusi!" - sussurri arrossendo.
"Fa nulla" - ti rispondo fissandoti negli occhi.
Occhi da cerbiatta, di un azzurro intenso che mi fan pensare subito al mare limpido della Sardegna.
Ancora una volta i miei pensieri mi portano via dalla realtà e mi impediscono di realizzare che ti sto guardando troppo intensamente da troppo tempo.
Abbassi improvvisamente lo sguardo sullo schermo del tuo telefonino, sei su WhatsApp, un gruppo chiamato "La casa delle troiette universitarie".
Ti giri dall'altro lato, ma non abbastanza da nascondere lo schermo dalla mia vista.
"Ok raga" - scrivi - "sfida troietta!"
Accendi la videocamera fingendo di voler farti un selfie cercando di inquadrare me. Volgo lo sguardo altrove. Provo a far finta di non aver sbirciato sul tuo telefono. Aspetto il tempo sufficiente per essere sicuro che non ti sia accorta che ti sto spiando. Infine torno a guardare lo schermo de tuo smartphone.
Hai inviato la foto e successivamente hai scritto: "Gli ho pestato il piede...sta sul mio volo...quanti punti se glielo faccio venir duro e quanti se me lo scopo nel bagno dell'aereo?"
Non riesco a credere ai miei occhi!
Sei in una chat di piccole maialine che come te giocano a far sesso con sconosciuti!
Sorrido al pensiero della follia che hai appena proposto alle tue amiche.
"Un turno di pulizie se glielo fai venir duro. Due mesi se riesci a fartelo" - risponde una certa Tati con una faccina che ride con le lacrime agli occhi.
"Impossibile..." - aggiungere una certa Mati - "...se te lo fai mi accollo il pranzo per due settimane!".
Una certa Gipi scommette altre due settimane di pranzo. Da altri messaggi della chat intuisco che sei una universitaria fuori sede e che la posta in gioco è abbastanza grossa
Decido di giocare d'azzardo e farti capire che ti ho spiato. In fondo non ho nulla da perdere e, a dirla tutta, la 'vittima' della scommessa dovrei essere io. Mi avvicino al tuo orecchio e ti sussurro: "considera la scommessa appena fatta vinta...".
Ti blocchi.
Probabilmente ti si è gelato il sangue nelle vene.
Decidi infine di girarti nella mia direzione. Mi guardi negli occhi e mi mostri un timido sorriso...
Torni a guardare il telefono e scrivi: "accetto".
Volgi lo sguardo in direzione del gate, indietreggi con cautela finché il tuo sedere sfiora il mio pube.
Penso alla prima scommessa che hai fatto: farmelo venir duro.
Muovo una mano in direzione del tuo fianco. Mentre il tuo sedere comincia a muoversi lentamente su e giù contro di me, cingo il tuo fianco e cerco di assecondare i tuoi movimenti. In pochi secondi sento il mio sesso ben duro premere contro la stoffa.
Avvicino la bocca alla tua nuca.
Se non fosse per tutta questa gente attorno a noi ti avrei sferrato un bel morso, uno di quelli che ti avrebbe fatto sentire una gazzella tra le fauci del suo leone.
Ma devo rispettare le regole del gioco e le circostanze: "è ora" - ti dico, sperando che tu abbia colto al volo.
Prendi il tuo smartphone e con un'abilità inspiegabile riesci a fare una foto del mio bozzo gonfio.
La invii al gruppo whatsapp: la prima sfida è vinta.
Finalmente annuciano l'inizio dell'imbarco.
La gente davanti a noi si muove lentamente in avanti e io, seguendo la fila, mi muovo dietro di te.
Dopo essere saliti sull'aereo mi rendo conto che il posto assegnato a te è esattamente accanto al mio: se la storia fin qui ha dell'incredibile, adesso è un autentica follia.
Faccio finta di nulla, faccio finta di non conoscerti e dopo averti aiutato a sistemare il tuo bagaglio sulla cappelliera e aver sistemato il mio mi siedo accanto a te come se nulla fosse.
Dopo esserci staccati da terra e dopo che il segnale delle cinture allacciate si è spento mi alzo e mi dirigo verso il bagno, sicuro che di lì a poco anche tu mi seguirai.
Entro.
Chiudo la porta e mi guardo allo specchio. Mi do uno schiaffo: è incredibile quello che sta accadendo a me...un sogno, una situazione troppo surreale. Per un attimo penso che non accadrà nient'altro: mi sciacquo il viso e tento di entrare nell'ordine di idee che la strusciata del tuo sedere è stata una follia più che sufficiente per oggi.
Mi accingo ad uscire dal bagno.
Sblocco la serratura e apro la porta.
Davanti a me ci sei tu, rossa come un peperone.
Ti tiro dentro e torno bloccare la porta.
Ci baciamo con foga mentre le mie mani si fiondano tra le tue gambe.
Non porti mutandine, il tuo sesso è fradicio di umori e il mio duro come il marmo.
Armeggio con i pantaloni e, dopo averti bloccato contro la parete ti infilzo.
Inizio a scoparti con colpi secchi e profondi. Sei rossa in viso e l'eccitazione tu impedisce di continuare il nostro bacio lussurioso.
Stacchi la bocca dalla mia per ansimare vistosamente.
Dopo alcuni secondi ti vedo armeggiare con il telefonino che probabilmente tenevi in una mano.
Punti l'obiettivo verso lo specchio e inizi a riprendere il nostro amplesso.
12 secondi sono più che sufficienti per proclamare la tua vittoria.
Ti strappo il telefono dalle mani e dopo aver fermato la registrazione me lo metto in tasca.
"Hai vinto la scommessa grazie a me..." - ti dico mentre continuo a scoparti - "...ti toccherà ringraziarmi come si deve".
Mi guardi un po' confusa...pensi che probabilmente il prezzo della vittoria sarà un bel pompino e una venuta in gola o il gran finale della scopata con una bella venuta dentro le tue viscere. Dalla tua espressione penso che tu sia pronta a tutto...non a caso il gruppo whatsapp si chiama "La casa delle troiette universitarie".
Ma stacco da te, ti faccio piegare in avanti sul lavabo e ti prendo da dietro. Continuo a scoparti per un po' tenendoti per i fianchi. Probabilmente stai pensando di star ripagando il "favore". Ma non è così.
Porto un pollice alla bocca, lo bagno di saliva e lo porto all'ingresso del tuo culetto.
Sgrani gli occhi. Probabilmente intuisci le mie intenzioni ma prima che tu possa dire o fare qualcosa il mio sesso, già ben lubrificato dei tuoi umori comincia a penetrare lentamente ma inesorabilmente nel tuo sedere.
"Fai piano..." - mi implori con un fil di voce quando sono già completamente dentro di te.
"Sei forse in condizione di dettare le regole del gioco...?" - ti rispondo prendendo una grossa ciocca dei tuoi capelli strattonandola con forza.
Leggo, con soddisfazione, terrore nel tuo sguardo: non sei abituata a prenderlo dietro, probabilmente è la tua prima volta... chissà.
Poco importa per me: inizio a fotterti con la stessa forza di pochi istanti prima, quando il tuo corpo premuto contro la parete vibrava di passione sotto i miei colpi possenti.
Non rispondi più ai miei affondi con semplici sospiri ma con dei guaiti che ricordano un cane bastonato.
Lentamente dai tuoi occhi lacrime si fanno strada rigando le tue guance. Nel momento in cui vengo assalito dal dubbio di essere troppo brutale ti sento godere.
Allungo una mano tra le tue gambe, deciso ad amplificare l'intensità dell'orgasmo titillandoti il clitoride.
Sei uno spettacolo. Godi probabilmente come mai hai fatto in vita tua.
Sei così eccitante che non posso risponderti se non con il mio orgasmo. Scarico tutto quello che ho nei testicoli dentro di te prima che qualcuno, oltre la porta del bagno, inizia a bussare con veemenza chiedendo se tutto va bene.
Recupero rapidamente la lucidità rispondendo che va tutto bene.
Sblocco la porta e la apro leggermente: "si è sentita male...sa?...mal d'aria..." - dico all'hostess che dalla sua posizione riesce a intravedere il tuo volto sconvolto riflesso allo specchio.
Non sa che non sono stati i conati di vomito ma un orgasmo devastante a ridurti in quello stato.
"Ok, ma fra dieci minuti dovete tornare a posto che iniziamo l'atterraggio" - ci dice l'hostess prima di richiudere la porta.
Esco da te, lasciandoti lo spazio necessario per sederti sul wc.
Il mio sesso è un po' sporco, non so se sia sangue o altro...quello che mi è chiaro è che non sei abituata a prenderlo dietro.
Sciacquo alla ben e meglio il mio sesso ormai moscio e mi ricompongo. Mi giro a guardarti.
Sei ancora sconvolta per quanto accaduto.
Ti dò un buffetto sulla guancia: "...tutto bene?" - ti chiedo preoccupato.
Me rispondi con un sorriso.
"Dobbiamo tornare ai nostri posti" - ti dico.
Ti alzi in piedi.
Apro la porta e ti faccio strada.
Cammini davanti a me, barcollando di tanto in tanto, fino a raggiungere la nostra fila.
Dopo esserci seduti e aver allacciato le cinture noto, con profonda nonché perversa soddisfazione, che un rivolo di sperma durante il tragitto dal bagno al tuo posto a sedere si è fatto strada tra le tue gambe ed è colato fino alle caviglie. È il sigillo che ti rende una autentica troietta ai miei occhi.
Chiudi gli occhi e affondi la testa sul cuscino del sedile mentre l'aereo tocca terra.
Allungo una mano in tasca in cerca del mio telefonino e mi accorgo di avere ancora il tuo.
Te lo porgo mentre la tua mente è tornata alla realtà.
Mi perdo sullo schermo del mio telefono, lo collego alla rete mentre l'aereo sta rullando verso il terminal. Apro whatsapp per annunciare ai miei familiari di essere arrivato. Di colpo la tua mano me lo strappa dalle mani, armeggi tra le mie applicazioni fino ad arrivare alla rubrica dove memorizzi tra i contatti il tuo numero con il nome Viola seguito da un cuoricino.
Mi restituisci il telefono e contemporaneamente mi schiocchi un bacio suo collo.
"È stata la...mia prima volta...è stato bellissimo" - confessi.
Non so se ti riferisci al fatto di averlo fatto nel bagno di un aereo o all'averlo preso dietro...poco importa, perché non c'è altro tempo per dire o fare qualcosa: siamo arrivati e dobbiamo sbarcare. Ti aiuto a tirare fuori il trolley dalla cappelliera e mi dirigo verso l'uscita dell'aereo dietro di te. Entrati nel terminal ti perdo di vista quasi immediatamente. Non posso permettermi di perdere altro tempo a cercarti, ho il tuo numero e devo raggiungere chi mi aspetta all'uscita.
Riabbraccio mia moglie e mio figlio dopo tanto tempo lontano da casa chiedendomi se valga la pena tornare a cercarti per un'altra scappatella...domani si vedrà.