Tra vecchi ricordi di una storia passata, di una relazione chiusa con una pseudo-santerellina e una mai dimenticata fantasia erotica...
Sorridi soddisfatta.
Il tuo volto è imperlato di sudore e di candide gocce di sborra.
Li hai fatti godere come dei maiali, ti sei fatta scopare la bocca e la figa senza ritegno e infine li hai fatti scaricare il loro piacere tra grugniti e gemiti sul tuo viso.
Sorridi, mentre la sborra scivola lentamente sulle tue guance.
Sai che ti sto guardando, sai che quello che hai fatto mi eccita come un animale.
Porti le dita agli occhi per togliere la sborra che ti impedisce di aprirli.
Mi guardi in quel modo che sembra chiedermi: "Sono stata abbastanza brava?".
Lo sei stata, senza ombra di dubbio.
Lo conferma l'erezione che ho tra le gambe, lo conferma il desiderio di possederti che ho nello sguardo.
Spalanchi le gambe e con lo sguardo reclami il premio, il premio per aver soddisfatto i miei capricci.
Sorrido. Sorrido e ricordo quel giorno in cui eri la mia fidanzatina innocente e pia. Sorrido al pensiero del momento in cui mi confessasti che, prima di incontrarmi, più volte avevi meditato di farti suora. Frequentandomi eri passata in poco tempo dall'acqua santa alla lussuria totale. Con me avevi iniziato a sperimentare orgasmi sempre più intensi. La masturbazione era diventata la nostra cura alle tue mestruazioni dolorose. E sempre sperimentando avevamo scoperto insieme che la mia lingua e le mie mani erano capaci di spingerti oltre.
Sorrido al ricordo di quando, con mia grande sorpresa, travolta da un potente orgasmo, per la prima volta avevi iniziato a schizzarmi in faccia del tuo piacere. Fu incredibile e inaspettato, qualcosa che nei filmini porno di quell'epoca non avevo mai visto. Avevi provato un po' di imbarazzo per quanto successo. Il mio viso soddisfatto per averti fatto godere in quel modo ti aveva tranquillizzata. Qualche giorno dopo avevo scoperto che quanto accaduto era da considerarsi normale. Schizzare in quel modo fa dell'orgasmo femminile di alcune donne.
Sorrido al pensiero che tu, aspirante suora, accettavi di sperimentare con me tutto. Avevi accettato di concedermi il secondo canale con un po' di riluttanza e di timore. Sebbene l'inizio, fatto di bruciori fastidiosi, non sembrava promettere nulla di buono, alla fine ti era piaciuto così tanto da avere la figa completamente fradicia di umori. Studiai sui libri il perché scientifico di quel piacere e con il tempo e con il tuo aiuto riuscii a farti raggiungere l'orgasmo perfetto.
Adesso, dopo tanti anni, eri lì a chiedermelo come premio alle porcate che ti proponevo di fare. Eri disposta a far di tutto pur di raggiungere quello che avevo simpaticamente chiamato "l'Everest del piacere", quella vetta a cui tuo marito non era mai riuscito a farti raggiungere. Mi viene da sorridere ai giri strani che la vita aveva fatto: i nostri litigi, la fine della nostra relazione, la notizia alcuni anni dopo del tuo matrimonio con un uomo "pio e devoto" e la successiva nascita di un paio di gemelli. Avevo pensato che avessi messo la testa a posto dimenticando le porcherie che avevamo combinato insieme. Avevi scelto una guida spirituale a cui confessavi con cadenza quasi giornaliera i tuoi dubbi e le tue paure e da cui ricevevi quotidiani consigli su come essere una moglie modello.
Quel mondo fatto di pudicizia e di rosari della sera era destinato a crollare il giorno che ritornai nella tua vita con un messaggio su Facebook. Volevo sapere come stavi, finimmo per incontrarci in un bar di periferia per un caffè. Non avevo esitato a chiederti della vita sessuale con tuo marito. Guardandoti dritto negli occhi ti avevo chiesto senza mezzi termini se praticavate sesso orale e se lui fosse all'altezza delle mie lappate. Non avevi risposto a nessuna delle mie domande, i tuoi silenzi però erano stati una risposta più che eloquente. Ti tremarono le gambe quando, al momento dei saluti, ci eravamo abbracciati e le mie mani impertinenti avevano raggiunto quello che è sempre stato il tuo punto debole: il tuo culo. Strizzai con forza le tue natiche ricordando quanto ti faceva bagnare quel gesto. Deciso a provocarti fino in fondo ti sussurrai all'orecchio quanto mi mancavano "quei tempi".
Non avevi reagito allontanandomi, ti eri goduta "passivamente" e in silenzio quello che doveva essere il nostro ultimo abbraccio, facendomi credere che saresti tornata alla tua vida di sposa fedele e religiosa. E invece...
E invece eccoti qua, con la faccia sporca di sborra di due uomini conosciuti da pochi giorni, le gambe aperte e lo sguardo implorante. Prendo la crema lubrificante e la spalmo sul mio cazzo: è giunta l'ora di trascinarti sull'Everest e di far vedere a questi semisconosciuti che orgasmo sei capace di raggiungere.
Penetro lentamente il tuo culo mentre tu torni a distenderti e rilassarti. Dopo alcuni affondi porto le mani sulla tua figa iniziando a massaggiare il tuo clitoride. Mi basta continuare con questo trattamento e contare fino a dieci per vederti sull'Everest.
Gemi con forza, inarchi la schiena, contrai le mani e infine cominci a schizzare come una fontana, lasciando a bocca aperta chi ti sta guardando.
Sorrido. Sorrido al pensiero che tuo marito creda che tu sia andata a un convegno, e invece stai letteralmente 'venendo' tra le mie mani e lo stupore degli astanti. Sorrido e godo anche io, scaricandoti nell'intestino il mio piacere mentre il tuo corpo vibra ancora di piacere.