Domando la zia...

Una storia, frutto del racconto di un lettore, rivista...qualora non dovesse essere chiaro, i protagonisti al momento dei fatti erano maggiorenni e consenzienti.

Da sempre ho nutrito una forte attrazione verso le milf e le signore di una certa età. Non dico che non mi piacciano le mie coetanee, ma l'attrazione verso donne più grandi, in particolare mia zia è stata sempre una fissazione. Già alla tenera età di 5 anni, a casa di mia nonna, d'estate, la ricordo che andava girando con un nodo sulla maglietta lasciando intravedere gran parte del ventre e dell'ombelico. Quel particolare negli anni seguenti era diventata una sorta di fissazione che causò la mia prima erezione. Da allora era un pensiero fisso: spesso mi toccavo pensando a Zia Rita, che, nonostante i suoi 52 anni, è una donna piacente.

Puntualmente ogni estate mi beavo della sua vista in costume al mare, i suoi capelli ricci neri, la sua quarta abbondante di seno, la sua pelle liscia priva di alcun segno di invecchiamento. Rimanevo letteralmente senza fiato alla vista dei suoi glutei che, nonostante l'età, sono ancora belli sodi come quelli di una ragazzina. Con lei c'è sempre stato un buon rapporto: mi ha sempre voluto un gran bene, forse perchè, avendo avuto due figlie femmine, mi ha sempre identificato come il figlio maschio mai avuto. 

Mi ha sempre sostenuto anche quando da piccolo avevo evidenti problemi di obesità. Mi diceva sempre che un giorno sarei riuscito a perdere peso. E così è stato: durante il periodo della pandemia, facendo esercizio fisico e una buona dieta ero riuscito a migliorare il mio aspetto. Dopo quell'anno terribile finalmente arrivò l'estate e la possibilità di rivederci nuovamente. Indescrivibile lo stupore nei suoi occhi nel vedermi così cambiato. Mi riempì di complimenti.

Credo sia stato quello il momento in cui è scattato in lei qualcosa: spesso ai complimenti affiancava carezze e sguardi. Quando restavamo soli le sue carezze si facevano insistenti; con la scusa di controllare i miei progressi fisici, si soffermava a toccare il mio petto e il mio addome. A volte avevo la sensazione che mi stesse letteralmente mangiando con gli occhi. Ovviamente i miei sogni di finire a letto con lei si erano moltiplicati: immaginavo spesso di possederla con forza, di sottometterla, di trasformare in un docile agnellino lei, che è sempre stata una donna dal carattere forte, una che in famiglia "detta legge" e non si fa mai mettere i piedi in testa da nessuno.

Capitò che durante una delle mattinate a mare si venisse a sedere accanto alla mia sdraio con la scusa di chiacchierare con mia madre. Ero sdraiato e rilassato accanto a lei, la sua voce nelle orecchie, poi, di colpo la sua mano sul mio addome e un turbinio di pensieri sconci su di lei.

Il suo gesto non era innocente: mentre mia madre dovette interrompere la chiacchierata per rispondere a telefono, zia si girò verso di me e si morse il labbro inferiore, facendomi capire esplicitamente quanto le piacesse quella situazione. L'episodio si concluse con un bagno a mare: zia indossava un costume sottile che metteva in risalto i suoi capezzoli duri e eccitati. Giocammo a lanciarci addosso l'acqua gelida, facendo sembrare innocente quello che innocente non era: con la scusa della bassa temperatura dell'acqua, zia non lesinava di emettere gridolini più simili a gemiti di piacere che a urla di sofferenza, mordendosi spesso le labbra in modo provocante.

Il gioco di provocazioni era destinato a continuare. Quando lei e le sue figlie venivano a trovarci, non mi staccava gli occhi di dosso: mi fissava le gambe, il sedere, continuava a farmi i complimenti e ad ammiccare. A volte, passandole accanto, mi dava una sonora pacca sul sedere seguita da apprezzamenti divertiti circa il mio sedere. Avevo riflettuto a lungo su quanto accaduto fino a quel momento. Decisi dunque di scriverle una lettera e confessarle cosa provavo per lei e cosa mi provocava. Passato qualche giorno finalmente riuscìi a trovare il momento giusto per poterle parlare e darle la lettera.

Avevo il cuore che mi scoppiava: il sogno di potermi liberare di quel peso, di confessarle tutto e poterla finalmente possedere lottava con la paura che aprisse la lettera di fronte a me, leggesse e decidesse di sputtanarmi, o ancora un suo rifiuto nell'accettare la lettera insieme al terrore che avessi frainteso il suo "interesse" per me.

"Tieni" - le dissi con il cuore in gola.

Zia la guardò incuriosita e mi chiese se avesse dovuto leggerla subito. Le dissi che si trattava di una cosa molto personale tra me e lei e che avrei preferito se l'avesse letta con calma e da sola.

Sorrise e mi rispose di non preoccuparmi conservando in tasca la lettera. Quel giorno la storia finì li.

I giorni seguenti furono un'autentica tortura: da un lato riuscire ad accettare il fatto che fossi uscito allo scoperto con zia, dall'altro l'assillante domanda su quale sarebbe potuta essere la sua reazione a leggere quanto le avevo scritto. Arrivò il fatidico giorno: arrivo di zia, saluti, chiacchiere con i miei. Mi trovavo in camera quando la sentì bussare e chiedermi se potevo seguirla in soffitta. Le risposi che l'avrei raggiunta là. Era arrivato il momento della verità. Con il cuore che batteva a mille, uscito dalla camera, iniziai a salire le scale preparandomi mentalmente a una bella ramanzina. Lei mi aspettava in silenzio vicino alla porta. Quando la vidi mi fece cenno di star zitto e di seguirla. Dopo aver chiuso la porta mi squadrò da capo a piedi con un sorrisino perverso sulle labbra, poi, voltandosi verso la parete, mi prese entrambe le mani e me le portò sui suoi fianchi. Aspettò che mi avvicinassi a lei, che la spingessi contro la parete per farle sentire la mia erezione sul sedere prima di tornare a prendere una mia mano per portarsela sul seno.

Non ho resistito: afferrata per le spalle l'ho voltata a me e l'ho baciata con la lingua. Nel frattempo le sue mani, scese giú, avevano iniziato a massaggiarmi il pacco. Dopo aver limonato per qualche minuto ci staccammo. Bastò un sorriso di intesa per capire cosa sarebbe accaduto dopo. Si avvicinò al tavolo e dopo essersi calata jeans e mutandine ci si poggiò sù aspettando la mia mossa. Di fronte a quel ben di dio mi chinai tra le sue gambe e iniziai a leccarle con avidità il sesso. Era liscio, depilato e con un sapore delizioso. Ad ogni mia lappata zia rispondeva con versi di piacere indescrivibili. Il desiderio di possederla era ormai troppo: abbassati i pantaloni guidai il mio bastone di carne dentro di lei. La presi per i fianchi stringendoli con forza: era finalmente mia! Diedi un primo affondo e mi bloccai dentro di lei. Iniziai a far scorrere una mano sotto il vestito per raggiungere il suo prosperoso seno notando con piacere che non stava indossando il reggiseno. Com'era calda e morbida! Iniziai a muovermi. Ad ogni affondo riuscivo a sentire i tratti irregolari delle pareti vaginali che pulsavano in maniera ritmica attorno al mio bastone di carne. Dovetti fare uno sforzo incredibile per mantenere il controllo: era così calda ed eccitante che sarei potuto venire in una manciata di secondi. Iniziai a pistonarla con un ritmo regolare godendomi, affondo dopo affondo, i suoi gemiti strozzati. Con una mano continuavo a strizzarle il seno stuzzicandole il capezzolo che al tatto era durissimo.

Quanto avevo desiderato per anni stava finalmente accadendo. Riuscii a resistere non più di cinque minuti, eccitato e infoiato le afferrai i capelli e, sopraffatto dalla sensazione di averla finalmente domata, iniziai a venirle dentro. 

Era mia, solo mia. Liberai dentro di lei non so quanto sperma afferrandola per il collo con una mano e torturandole il seno con l'altra.

Appagato ma non sfinito iniziai a leccarla sul collo e poi, via via, tiratale su la maglietta, sulla schiena. Lei mi lasciava fare accompagnando i miei movimenti e le mie carezze con sospiri eccitati. Ad un certo punto si girò e, accovacciatasi, cominciò a leccare e pulire il mio pisello. Poi si rimise in piedi e mi baciò, facendomi sentire in bocca il sapore del mio sperma mescolato con i suoi umori, il sapore del nostro amplesso. Ci rivestimmo in silenzio e dopo esserci accertati che nessuno si fosse accorto della nostra assenza tornammo di sotto. 

Fu l'inizio di qualcosa di pazzesco che continua ad accadere ancora adesso. Ho posseduto zia in soffitta sul divano, lei completamente nuda impalata su di me a godersi la mia bocca sul suo prosperoso seno e poi ancora in mille altre posizioni. La soffitta non è stato l'unico posto dove ci incontriamo: la settimana scorsa ad esempio ci siamo dati appuntamento nella sua casa al mare. Lei è riuscita a scappar via da tutti con la scusa di andare a fare spesa e io l'ho raggiunta raccontando ai miei di un'uscita con i miei amici. Abbiamo passato due indimenticabili ore. Siamo stati in camera da letto godendo e riuscendo addirittura a venire all'unisono. Siamo diventati due amanti instancabili, non ne abbiamo mai abbastanza e cerchiamo di fare il possibile per stare insieme e passare momenti infuocati.

Non so quanto potrà durare e come finirà, per il momento lascio che le mie e le sue fantasie si realizzino senza preoccuparmi del futuro.


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