Volgare

Detestare e desiderare una persona allo stesso tempo, una fantasia frutto dell'incoerenza umana e dell'istinto...

Volgare, sei una donna volgare.
Seduta a quel tavolo in pizzeria con la tua amica e tua figlia non posso fare a meno di osservare quanto sei volgare.
Il vestito, che lascia intravedere tutto, sopra e sotto, è volgare.
La tua pelle, ricoperta di orribili e osceni tatuaggi, è volgare.
Il modo in cui porti alla bocca la sigaretta, tuttaltro che sensuale, è volgare.
Sei volgare anche nel modo in cui ti muovi, nel modo in cui parli con la tua amica, nel modo in cui ti rivolgi a tua figlia che avrà si e no dieci anni.
Probabilmente sei separata, o divorziata: il tipo volgare che hai scelto si sarà stancato della tua volgarità e avrà deciso di mollarti.
Tratti male la bambina, malgrado essa sia calma e ordinata. Le urli contro, la rimproveri senza motivo.
Probabilmente la consideri un aborto mancato, un errore, un peso alla tua vita da donna emancipata.

Mi generi ribrezzo ma, malgrado ciò, non riesco a fare a meno di guardarti, non riesco a fare a meno di osservare la tua volgarità.

Non ci metti molto ad accorgerti del mio sguardo insistente.
Mi fissi con un'espressione infastidita; probabilmente mi stai parlando con gli occhi "Che cazzo ci guardi, coglione?".
Ma non riesco a toglierti gli occhi di dosso, non riesco ad abbassare lo sguardo e a staccare i miei occhi dai tuoi.

Distogli un attimo lo sguardo. Forse immagini che tentando di ignorarmi anche io volgerò la mia attenzione altrove.
Ma quando i tuoi occhi tornano su di me realizzi che non ho smesso di fissarti nemmeno per un attimo.

Spegni la sigaretta nervosamente nel portacenere, ti rivolgi alla tua amica dicendole "torno subito" e poi ti alzi.
Vieni in direzione del mio tavolo con espressione infuriata e passo rapido.

"Ecco" - penso - "adesso mi urlerà contro facendomi fare una bella figura di merda con gli amici con cui sono"

Ma non è così, rallenti un attimo in prossimità del mio tavolo e dopo un secco "seguimi", passato inosservato agli amici con cui sto,
ti dirigi verso l'uscita.
"Scusate un attimo" - dico ai miei amici, alzandomi lentamente.

Appena vedi alzarmi, apri la porta ed esci.
Raggiungo l'uscita perdendoti per un attimo di vista. So che sei lì fuori, da qualche parte.
Non so quali sono le tue intenzioni quando rimarremo soli, non so nemmeno perchè sto ubbidendo al tuo "seguimi" e non capisco perchè mi stia facendo trascinare
in questo modo dall'istinto piuttosto che usare la ragione.

Esco.
Fuori dal locale non c'è nessuno, nemmeno te.
O almeno questa è la mia prima impressione.

Perchè dopo pochissimi istanti una mano mi afferra un braccio e mi strattona.
Mi tira tra le macchine del parcheggio, nella penombra.
"Se po sapere che cazzo c'avevi da guarda', coglione?" - la tua voce roca e volgare mi inebetisce come farebbe il suono di una campana che avesse me come battaglio.
Non è solo il suono della tua voce a rintronarmi, una zaffata del tuo volgare profumo misto all'odore di sigarette investe le mie narici disorientandomi ancora di più.

"Che c'hai? Nun sai parla'?" - mi chiedi ancora più seccata.

Non capisco più nulla. Disorientato, individuo nella penombra i tuoi occhi, quelli che ho fissato per così tanto tempo.
Mi lascio trascinare ancora una volta dall'istinto avvicinandomi a te e afferrandoti la testa con le mani per essere sicuro di poter compiere un gesto scellerato.

Poggio le mie labbra sulle tue, in modo volgare, come sei tu.
E spingo quasi immediatamente la mia lingua dentro la tua bocca.

E' un bacio volgare quello che ti do, animalesco e travolgente.
La tua lingua, pronta a combattere, sferra immediatamente una stoccata alla mia.
Adesso che so che non ti ritrarrai, che non fuggirai al bacio volgare, stacco le mie mani dal tuo viso e le faccio scorrere giù sui fianchi e poi ancora fino al tuo sedere.

Afferro le tue natiche in modo volgare, come sei tu, e spingo il tuo corpo contro il mio per farti sentire bene l'erezione che ho nei pantaloni.

Mentre le nostre lingue lottano mi butti le braccia al collo, mi stringi, fai leva su di esse e infine apri le gambe per avvinghiarmi.
Questa tua mossa repentina e inaspettata mi fa barcollare, faccio qualche passo in avanti nel tentativo di non perdere l'equilibrio.
Il cofano di un'auto parcheggiata mi salva da una rovinosa caduta con te addosso.

Sfilo una mano dal tuo sedere per raggiungere il tuo seno. Il tuo vestito volgare mi permette di raggiungere un capezzolo che trovo duro e eretto.
Sei eccitata come un animale.

Con l'altra mano raggiungo la patta dei miei pantaloni per liberare la mia erezione.
Voglio scoparti. Qui. Adesso.
E voglio farlo in modo volgare, esattamente come sei tu.

Ti accorgi del mio armeggiare con i pantaloni.
Stacchi le tue braccia dal mio collo e porti le mani sul mio petto.
Mi spingi indietro interrompendo il bacio animale che ci stavamo dando.

"A coso! Si me voi scopà..." - interrompi la frase per ansimare
"Adesso mi chiederà il preservativo." - penso, ricredendomi per un istante sulla tua volgarità, e invece...

E invece no, perchè con tono serio e sfacciatamente volgare mi dici: "si me voi scopà...me devi leccà tra le cosce e me devi fa venì..."
Ti guardo per un istante con espressione interrogativa.
Immediatamente fughi ogni mia perplessità dicendo: "...che cazzo ne so se me sborri subito come 'n cojone?"

Ancora una volta lascio che l'istinto prenda il sopravvento.
Potrei mandarti in bianco girando i tacchi e andandomene. Potrei lasciarti lì, eccitata come una cagna e tornare dai miei amici facendo finta di nulla.
E invece...

E invece muovo le braccia verso il basso, afferro le tue gambe e, tirandole verso l'alto ti spingo indietro.
Mentre la tua schiena raggiunge la lamiera del cofano e la tua testa rischia di picchiare contro il parabrezza, mi sono già inginocchiato e con il volto ho raggiunto il tuo sesso,
facendomi strada tra la stoffa del tuo vestito.

La mia bocca tocca immediatamente la tua pelle: non indossi le mutandine, volgare come sei.
Uso la lingua per farmi rapidamente strada tra le pieghe della tua pelle, assaporando i tuoi umori e raggiungendo il tuo clitoride.

"Ahh" - ti fai sfuggire dalla bocca mentre il tuo colpo sussulta nell'istante in cui la mia lingua dà una stilettata al punto più sensibile del tuo corpo.

Inizio a leccarti come un animale impazzito, come un leone affamato dopo aver afferrato la gazzella che ha inseguito con fatica.
Ti lecco in modo volgare, esattamente come sei te, usando la mia lingua e la mia bocca sul tuo sesso quasi con rabbia.

Sento la tua bocca gemere in modo sempre più forte e sonoro. Intuisco che sei prossima all'orgasmo.
Preparo le dita della mano e, appena mi accorgo che il tuo corpo inizia a vibrare, le infilo di colpo nel tuo sesso lasciandoti sorpresa e disorientata.
I polpastrelli che iniziano a carezzare l'interno della tua vagina amplificano di mille volte il lavoro che la lingua sta compiendo sul tuo clitoride.

"Cazz..." - urli mentre vieni sconvolta dal piacere e inizi a spingere il tuo pube contro il mio volto

Uno...due...tre spruzzi ritmati investono il mio mento.
Hai perso il controllo del tuo corpo e vieni in modo violento e volgare schizzandomi il tuo piacere addosso.

"Oh Cristo Santo!" - esclami con voce rotta dal piacere - "...ma che cazzo hai combinato lì sotto?"

Mentre stai ancora riprendendoti dalla violenta ondata di piacevoli sensazioni mi rimetto in piedi e finalmente libero il mio sesso eretto e dolorante.
Afferro ancora una volta le tue gambe poggiando i piedi sulle mie spalle.
Poi, finalmente, affondo il mio sesso dentro di te.

Sei cosi bagnata e lubrificata che percepisco a stento il tocco della tua carne.
"Meglio così" - penso - "ti sbatterò con più forza"

"Hai ottenuto quello che volevi eh?" - mi sussurri - "...adesso vedemo che sai fà"

Il tuo tono di sfida non fa altro che far montare una rabbia immensa in me.
Inizio a sbatterti con forza, con colpi decisi e secchi che fanno vibrare anche la vettura, oltre al tuo corpo.
Il rumore ritmato del mio pube che sbatte contro le tue cosce, dei testicoli che colpiscono il tuo sedere, accompagnato dal tuo ansimare è quello che le mie orecchie
percepiscono per un po'.
Poi inizi a godere in modo più deciso. Riesci a sfilare le gambe dalle mie spalle e a puntare i piedi sul paraurti dell'auto.
Apri le gambe in modo osceno lasciando che ti possa penetrare in modo ancora più deciso e profondo.

Infine inarchi la schiena e vieni.  

Volgare.
Sei una donna volgare.
Volgare è il tuo modo di gemere, volgare è il tuo modo di contorcerti dal piacere mentre il mio sesso affonda impietosamente dentro di te.
Volgare è il modo in cui ti stai concendendo ad un perfetto sconosciuto nel parcheggio di una pizzeria.
Volgare è il modo in cui io ti sto venendo dentro, schizzo dopo schizzo, gemendo di piacere, stringendo i tuoi fianchi con le mani,
mentre la mia bocca è ancora impregnata dei tuoi succhi.
Non posso fare a meno di pensare quanto tu sia volgare.

Ma piuttosto che farmi schifo, mi fai sangue, scatenando in me un instinto animale che conoscevo a malapena.
Dopo questo folle amplesso quasi sicuramente ci scambieremo i numeri di telefono, inizieremo a sentirci e finiremo ancora una volta a letto a saziare gli istinti più bassi.


Ti è piaciuto?

Fammelo sapere via mail, tramite facebook o gli altri social: trovi le mie coordinate nella sezione contatti di questo blog