Lo spazzolino elettrico

 

L'ossessione di una ragazza universitaria per un gioco perverso...

L'ho fatto ancora e tanto per cambiare ho fatto tardi.

Come ogni mattina suona la sveglia, corsa in cucina a preparare la colazione, divoro velocemente tutto sapendo che sicuramente qualche imprevisto
mi farà arrivare tardi in facoltà: la legge di Murphy con me è sempre stata spietatamente inesorabile.
Pulisco il tavolo e lavo le stoviglie per evitare le solite rogne con le mie inquiline, corro in camera a cambiarmi e a preparare lo zaino.
Sono quasi pronta ma...resta un ultimo passaggio da fare prima di uscire: il bagno.
Dovrei entrare, far pipì, mettermi a posto la faccia e lavarmi i denti.
Chiudo la porta a chiave e mi avvicino al lavandino.

Mi fermo a fissarlo come ogni volta che entro in bagno, lottando contro me stessa per resistere alla atroce tentazione.
E' li, davanti ai miei occhi, sembra quasi che anche lui mi fissi e mi chieda di usarlo.
"Fanculo!" - dico a me stessa per l'ennesima volta il controllo.

Lo afferro, mi abbasso le mutandine, alzo la gonna, mi siedo sul wc a gambe aperte e infine lo accendo.
Inizia a vibrare tra le mie mani che ormai prive di controllo lo portano subito tra le mie gambe, li, a contatto con la parte più sensibile del mio corpo.
Un gemito soffocato mi esce dalla bocca.
Cazzo! Devo cercare di far meno rumore possibile per evitare di svegliare le altre.

Le vibrazioni mi fanno rapidamente andare fuori di testa, lo stringo con forza con le mani mentre il mio bacino comincia a muoversi
al ritmo di amplesso immaginario.
Reclino la testa ed ecco che arriva la prima scarica potente.
Godo, con la bocca aperta, gli occhi sbarrati, ansimando pesantemente e cercando di non urlare.

Spengo un attimo quello strumento di atroce tortura.
Maledico me stessa e il giorno in cui la curiosità mi ha spinto a provarlo la prima volta.
La mia parte razionale mi dice che un orgasmo bastare: sono ancora in tempo per uscire e non arrivare tardi alle lezioni.
Sarebbe troppo facile fare le cose a modo e comportarmi come si deve ma...

La mia mano torna ad accenderlo e a spingerlo nuovamente tra le mie gambe.
Mi lascio trasportare dal piacere che nuovamente comincia a invadere ogni parte del mio corpo.
Chiudo gli occhi, reclino nuovamente la testa indietro e ricomincio ad ansimare.
Eccolo che arriva, ancora una volta, potente e implacabile.
Mi sento indifesa e terrorizzata come una persona che, immobile su un binario ferroviario, sarà presto investita da un treno che la travolgerà annientendola.
Godo ancora una volta, lasciandomi sfuggire un gemito che sicuramente risuonerà in tutta la casa.
Mi riprendo lentamente dalla botta senza curarmi di spegnerlo.
Sicuramente non arriverò più in tempo alle lezioni.

L'ho fatto ancora e tanto per cambiare ho fatto tardi.
Provo a maledire me stessa ripromettendomi di smettere.
"Fanculo!" dico ancora una volta alla mia razionalita e con decisione lo spingo nuovamente tra le mie gambe.
Quasi subito mi lascio andare ai sospiri: questa volta sarà più potente degli altri, lo so.
Potrei fare un casino, succede sempre quando perdo il controllo, ma la mia mente vuole solo godere.

Ed ecco che arriva, mi investe, parte dalle gambe e si propaga rapido come una scossa elettrica in tutto il mio corpo.
Chiudo gli occhi e godo, perdendo completamente il controllo e la nozione del tempo.
Mi ritrovo distesa a terra, lo spazzolino elettrico caduto da qualche parte che continua ancora a vibrare i vestiti bagnati.
Alla porta bussano con forza, una delle mie coinquiline, preoccupata per avermi sentito gridare, continua a chiamare il mio nome.
"Sto bene" - provo a mentire con un fil di voce.

Provo a tirarmi su senza riuscirci, non riesco ancora a reggermi sulle gambe.
Sorrido al pensiero che dovrò dare tante spiegazioni alle mie coinquiline e ai miei: perchè stavo urlando, perchè passo sempre più spesso il mio tempo in bagno,
perchè ho cominciato a saltare le lezioni in facoltà, ma soprattutto perchè la batteria dello spazzolino elettrico è sempre scarica.

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